La truffa a luci rosse in Versilia: «Paga o diffondiamo i tuoi video»
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Una falsa email afferma di aver ripreso la potenziale vittima mentre visitava siti porno
VIAREGGIO. Sbarca anche in Versilia l’email truffa "a luci rosse", come ci segnalano i nostri lettori. E le sue modalità in alcuni casi sono preoccupanti, perché il messaggio arriva in apparenza dal nostro stesso indirizzo, facendoci falsamente intendere che i ricattatori hanno preso possesso di una nostra casella email e dei dati del nostro computer e che se non paghiamo un riscatto (o una multa) diffonderanno foto e video di noi mentre visitavamo siti porno.
La Polizia postale indaga su questa frode da almeno tre anni. Risale al 2019 infatti il primo avvertimento che troviamo sul sito commissariatodips. it: "Attenzione - ulteriore attività di spamming a scopo estorsivo".
Ma ecco, sintetizzato, il testo di un’email ricevuta nei giorni scorsi da un lettore viareggino, corredata originariamente da un allegato formato in formato pdf che Outlook ha bloccato.
Nell’Oggetto della mail troviamo: «Atto d’accusa diretto (direttore dei procedimenti penali e penali)».
Parte quindi il messaggio, a volte anche corredato da un logo (errato) della Polizia: «Notifica dell’infrazione contact@info-europol.com» da parte di una presunta "Direzione centrale della polizia giudiziaria brigata di protezione minori". «Per la vostra attenzione: Sono la signora Frédéric Veaux, Direttore del dipartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni, Capo della Brigata per la protezione dei minori (BPM). Autorizzato, in particolare in materia di pedopornografia, pedofilia, cyberpornografia, esibizionismo, traffico sessuale per alcuni anni».
Fatte le presentazioni, ecco la contestazione (con una legge inventata). «Siete oggetto di numerosi procedimenti legali in vigore: Pornografia Infantile. Esibizionismo. Cyberpornografia. Per tua informazione, la legge n° 2007-293 del 5 marzo 2007 del codice penale aumenta le pene quando le proposizioni, le aggressioni sessuali o gli stupri potrebbero essere stati commessi utilizzando Internet e tu hai commesso i reati dopo essere stato preso di mira internet (sito pubblicitario) , poi durante gli scambi di posta elettronica. Le tue foto di nudo che invii a minori tramite il tuo indirizzo IP sono state registrate dal nostro cyber poliziotto e costituiscono una prova dei tuoi reati. Sei pregato di farti sentire via email: plaintes@euro-interpol. com scrivendoci le tue giustificazioni affinché vengano messe in esame e verificate al fine di valutare le sanzioni; questo entro un termine rigoroso di 72 ore».
Altrimenti partirebbe la denuncia, secondo la sedicente investrice, «per redigere un mandato di cattura nei vostri confronti, inviarlo alla polizia più vicina al vostro luogo di residenza per il vostro arresto e denunciarti come molestatore sessuale». Non solo: «Il tuo file verrà anche inviato ai media per la diffusione dove la tua famiglia, i tuoi cari e tutta l’ltalia vedranno cosa stai facendo davanti al tuo computer o cellulare».
Per essere precisi, quella che sta girando ora è una nuova versione della truffa: quella "classica" recava la firma di un sedicente hacker, che chiede 580 EUR in Bitcoin per non diffondere il video ai tuti i contatti della vittima.
E naturalmente non è vero niente: «È tecnicamente impossibile - spiega la polizia - che chiunque, pur se entrato abusivamente nella nostra casella di posta elettronica, abbia potuto, per ciò solo, installare un virus in grado di assumere il controllo del nostro dispositivo, attivando la webcam o rubando i nostri dati».
Ma cosa ha spinto diversi utenti a cadere nella trappola? I motivi sono due. Il primo riguarda la natura del ricatto: persone giovanissime o emotivamente fragili possono andare nel panico all’idea che qualcuno possa scoprire che hanno visitato siti a luci rosse. E il secondo è più tecnico: alcuni di questi truffatori, ricorda il sito Aklab.org, ci scrivono apparentemente da un nostro account di posta del quale conoscono la password visto che negli anni sono stati rubati (e rivenduti sul dark web a fini di spam) moltissimi dati relativi agli indirizzi email e alle pagine facebook degli utenti.