Il bimbo è arrivato in coma al pronto soccorso. Il neurochirurgo Liberti: «Se l’avessimo trasferito al Meyer sarebbe morto»
PISA. Uno svenimento improvviso mentre è in parrocchia con gli altri bimbi durante la preparazione per ricevere il sacramento della comunione. Un malore di cui nessuno in quel momento sa spiegare la ragione. L’evidenza è quella di un bambino colpito da una sorta di black out, esanime e che non risponde ad alcuna sollecitazione.
La causa viene scoperta al pronto soccorso di Cisanello: è in corso un’emorragia cerebrale gravissima. Una malformazione congenita che manda in coma un bimbo di 9 anni. Non c’è tempo per trasferirlo all’ospedale pediatrico Meyer con l’elisoccorso. Le probabilità che muoia durante il volo sfiorano la certezza. E così viene deciso di intervenire subito. Dopo tre ore in sala operatoria il piccolo supera la fase più acuta dell’emergenza. Ora è in ripresa, anche se resta ricoverato in rianimazione. Un’operazione al cervello non è uno scherzo per nessuno. Se poi hai quell’età gli scrupoli si decuplicano. Una sequenza a lieto fine che ha avuto come prologo l’oratorio della frazione in cui il bambino vive e il traguardo della neurochirurgia di Cisanello diretta dal dottor Gaetano Liberti.
Il malore colpisce il piccolo sabato pomeriggio, intorno alle quattro. È in parrocchia per seguire la catechesi che lo avrebbe portato oggi alla comunione. All’improvviso sviene, un mancamento severo. La corsa a Cisanello con un’ambulanza della Misericordia è la prima tappa nel percorso verso la salvezza.
Arriva che è già in coma. La Tac svela le ragioni di quello svenimento. Un’emorragia cerebrale dall’esito fatale se non affrontata in tempo. Questione di minuti e di decisioni rapide.
«In questi casi i protocolli prescrivono il trasferimento al Meyer – spiega il dottor Liberti, responsabile della Neurochirurgia dell’Aoup – , ma per il bimbo la situazione non permetteva il rischio di un trasporto a Firenze. Stava peggiorando in maniera repentina già al pronto soccorso. Sarebbe quasi sicuramente morto. Dall’ospedale mi hanno chiamato a casa e ho disposto subito che si procedesse con l’intervento chirurgico».
Per circa tre ore le sorti del bimbo sono state affidate alle mani del dottor Liberti, aiutato dalla dottoressa Lucia De Franco e dagli anestesisti Simona Mobili e Mario Pardi. La tecnica seguita è stata quella di allentare la pressione del sangue in eccesso e poi ricercare i vasi sanguigni anomali la cui malformazione alimentava l’emorragia. Sono stati individuati, coagulati e rimossi.
«Si è trattato di una malformazione di cui nessuno era a conoscenza – spiega il dottor Liberti – . Un groviglio di vasi sanguigni anomali che nel corso della vita vanno incontro a rottura spontanea per tanti motivi legati a rialzi di pressione o a emozioni forti. È una rete di vasi che ruba sangue al cervello. Vanno distinti bene tra buoni e cattivi perché se si chiudono quelli sani si provoca un infarto cerebrale».
Dopo una notte trascorsa in coma indotto per far riposare il cervello, ieri mattina il piccolo si è risvegliato. In giornata, dopo un ulteriore controllo Tac, il baby paziente, stabile, è stato portato in sicurezza all’ospedale pediatrico di Firenze.
«Sta reagendo molto bene, siamo ottimisti – chiosa il neurochirurgo che l’ha operato – . Non potevamo subito trasferirlo al Meyer, non c’erano le condizioni. A Cisanello possiamo affrontare ogni emergenza, operare con successo pazienti di qualunque età e per qualsiasi patologia».