Pisa, l'inferno di un 52enne dopo l'intervento alla testa: diabete e danni all'apparato riproduttivo. C'è il maxi risarcimento

Dopo aver citato in giudizio l’Azienda ospedaliera, nel corso della causa le consulenze mediche disposte dal giudice hanno spostato in maniera chiara le responsabilità sui sanitari. Nessun evento imprevedibile o improvviso fu la causa della lesione ai danni del paziente

PISA. Un’operazione alla testa che aveva l’obiettivo di alleggerire la pressione provocata sul cervello dal liquido in eccesso i cui effetti rischiavano di compromettere le attività cerebrali. Era la premessa di un intervento il cui epilogo fece uscire dalla sala operatoria il paziente con più acciacchi di quelli per cui era finito sotto i ferri. Una lesione lo aveva condannato a una forma di diabete e a problemi all’apparato riproduttivo. Un disastro quell’operazione avvenuta otto anni fa a Cisanello su un paziente ora 52enne, piccolo imprenditore, residente a Lucca.

L’azione legale

Dopo aver citato in giudizio l’Azienda ospedaliera, nel corso della causa le consulenze mediche disposte dal giudice hanno spostato in maniera chiara le responsabilità sui sanitari. Nessun evento imprevedibile o improvviso fu la causa della lesione ai danni del paziente. Con il deposito della relazione dei consulenti, la piega del processo civile si è messa male per l’Aoup che, ricevendo un rifiuto del giudice alla richiesta di rinnovare la consulenza d’ufficio, ha avviato le trattative per chiudere la pratica. Alla fine l’accordo tra Azienda ospedaliera e paziente è stato trovato su 466mila euro. È l’importo che verrà pagato al 52enne per interrompere l’azione legale davanti.

La patologia

L’imprenditore venne ricoverato a fine maggio del 2014 con una diagnosi di idrocefalo triventricolare (aumento del liquor nei ventricoli del cervello con aumento pressione intracranica, ndr) e dopo qualche giorno venne sottoposto a un intervento chirurgico di terzoventricolocisternostomia con tecnica endoscopica.

Le reazioni

Risolto un problema se ne presentarono altri, non meno gravi. All’esito dell’intervento chirurgico il paziente risultò avere diabete insipido e poi anche ipogonadismo ipogonadotropo (deficit dell’apparato riproduttivo, ndr) . Patologie di cui non aveva mai sofferto.

L’errore

Quando si rese conto che i danni dell’intervento superavano i benefici, il 52enne fece causa all’Aoup. «Durante l’intervento si era verificata la lesione del penducolo ipofisario con conseguente menomazione a carico dell’adenoipofisi e della neuroipofisi in conseguenza della quale era insorto diabete insipido ed ipogonadismo ipogonadotropo» scrissero i consulenti. Nell’aver accertato il nesso causale tra gli esiti lamentati dall’imprenditore e le condotte dei sanitari, il giudice ha escluso anche la rinnovazione della Ctu invocata dall’ospedale. Non c’era altro da aggiungere. L’errore medico era provato. E ora viene monetizzato con 466mila euro per chiudere la controversia legale.

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