Leonardo dona gli organi: il grossetano morto in scooter a 14 anni salverà altre vite. L'amico: «Era speciale»
Il banco vuoto a ascuola riempito di foto e lettere. Lo strazio dei suoi amici all’obitorio e una maglietta a lui dedicata da un giovane calciatore durante una partita
GROSSETO. Leo vive con noi, rimarrai sempre nei nostri cuori. C’è un foglio con alcune frasi. Poi ci sono diverse foto circondate da fiori bianchi sul banco vuoto di Leonardo Mazzei nella classe prima E a indirizzo biochimico dell’Istituto Leopoldo di Lorena, a Grosseto.
Un banco che i suoi compagni sotto choc hanno riempito con una miriade di oggetti e immagini. Ecco la foto di Leo sorridente, poi Leo imbronciato, Leo in bianco e nero, Leo con la mascherina accanto ad animaletti colorati, letterine e fiori bianchi. Pensieri, parole, tanti ricordi. Uno strazio senza fine ha accompagnato – in queste ultime mattinate in aula alla fine dell’anno scolastico – il ricordo di lui e dei suoi giorni felici in classe e fuori, in compagnia degli amici.
Leo è morto
Leonardo Mazzei, 14enne grossetano, ha perso la vita in ospedale a Siena la notte tra martedì 7 e mercoledì 8 giugno, dopo essersi scontrato con il suo scooter contro un’auto sulla dritta del Madonnino, la sp 19 Montemassi. Era a zonzo per le strade vicinali maremmane con un piccolo gruppo di amici, tutti in scooter, studenti dell’Iti. Venerdì 10 giugno sarebbe stato il suo ultimo giorno di scuola all’Isis Leopoldo di Lorena; alle 17 è stato celebrato il funerale nella chiesa del Cottolengo. «Immagino che gli studenti parteciperanno in massa», ha immaginato con un filo di voce Cinzia Machetti, la dirigente scolastica del suo istituto, anticipando che stamani nelle aule sarà osservato un minuto di silenzio.
Giovedì 9 giugno Leonardo ha donato gli organi; alle 15 la sua bara bianca ha raggiunto, dalle Scotte di Siena, l’obitorio dell’ospedale Misericordia dove un po’ alla volta sono arrivati parenti e compagni di scuola, amici di famiglia, amici del ragazzo, tantissimi grossetani e castiglionesi uniti da un dolore senza fine.
«Leo non doveva morire così», ha detto con gli occhi lucidi un coetaneo appoggiato alle ringhiere dell’obitorio. Ancor prima dell’arrivo del carro funebre da Siena, lui era già lì davanti all’obitorio, ad aspettare il suo amico con un casco in mano.
Il dolore dell’amico
«Era un mio carissimo amico, frequentavamo due scuole diverse a Grosseto. Lui era al biochimico, io sono all’Iti – racconta il 14enne – Uscivamo insieme, eravamo un gruppo molto affiatato. Leonardo era proprio speciale, un ragazzo modello, bravo in tutto, bravo a scuola, bravo nella vita come la sua famiglia. È una morte troppo grave la sua; ci penso e non riesco a farmene una ragione. Andarsene via a 14 anni non si può accettare, non si può comprendere. Era un ragazzo solare, non gli potevi dire niente, non aveva alcun lato negativo».
Leonardo amava sia studiare che svagarsi. «Aveva giocato a calcio nel Roselle, poi aveva smesso ma noi due abbiamo continuato i contatti: eravamo diventati tanto amici, pure tuttora uscivamo il sabato». Quel maledetto giorno, martedì scorso, «con lui in scooter c’erano i nostri amici comuni, tutti dell’Iti. Io non c’ero. Come l’ho saputo? Mi ha scritto uno dei miei compagni che era con lui in giro, mi ha detto dell’incidente, che era andato a Siena, e poi ho saputo che era morto, ma non ci volevo credere».
Il gruppo di 4 amici stava guidando verso la dritta del Madonnino: arrivava da via Pian del Bichi, avrebbe attraversato la sp 19 «per continuare a dritto» nella strada di Montelattaia. Leo doveva fermarsi allo stop, invece pare che abbia proseguito. Nella provinciale è stato travolto da un’auto.
Il gruppo voleva passare la serata fuori. Anche Leo. «Insieme agli altri «stava andando a cena a Sticciano, a casa di uno degli amici che era nella comitiva in scooter, invece a quella cena non ci è mai arrivato…».
Aveva il foglio rosa da pochi giorni. Era contentissimo di avere uno scooter - acquistato recentemente - e di prendere la patente. «Una decina di giorni fa aveva pubblicato una story su Instagram in cui faceva sapere quanto era felice di poter gironzolare su due ruote».
La maglietta
Il dolore si è fatto sentire anche al torneo Passalacqua. Nella sera di mercoledì 8 giugno sere fa al campo di via Lago di Varano, al ventesimo minuto della ripresa, il giovane calciatore Filippo Temperani ha firmato la quinta rete in favore dell’Invictasauro, che ha giocato contro il Manciano per 7-0. Senza esultare, il giocatore è corso verso la sua panchina e ha preso una “cosa bianca” dedicandola al suo amico Leonardo. L’ha messa sotto il braccio, ha attraversato tutto il campo andando sotto la tribuna e qui ha allargato quella cosa: una maglietta con su scritto “Ciao piccolo Leo”; in basso erano disegnati due cuori. Era la sua preghiera, il suo saluto all’amico che non c’è più. Al Passalacqua è volato un applauso. «Sapevo che Leonardo mi avrebbe fatto segnare questo gol», ha detto Filippo.