Lucca, il ribaltone di Mario Pardini: sorpasso e vittoria su Raspini - Video
ll candidato di centrodestra capitalizza al meglio gli apparentamenti con Barsanti e Cecchini, che ora saranno decisivi anche in consiglio
LUCCA. La scommessa di Mario Pardini, alla fine, si è rivelata vincente. Il suo all-in, nel doppio senso di puntare tutto il patrimonio e di mettere insieme le forze di opposizione, gli ha consentito di portare a casa l’intera posta, ribaltando il risultato del primo turno di due settimane fa. Ribaltando anche i dati dell’affluenza, in calo rispetto al primo turno: solo che questo non è andato a suo sfavore, come si pensava. E alla fine il sorpasso è arrivato.
Certo, almeno in queste ultime due settimane è stata una campagna elettorale costruita più che altro sull’opposizione. Opposizione al candidato sindaco di centrosinistra Francesco Raspini, identificato come prosecutore ideale e materiale dei dieci anni a guida Alessandro Tambellini. E opposizione all’evocato “sistema di potere” costruito da Pd e alleati a partire dal 2012 in poi.
È più che lecito pensare che proprio questa sia stata la chiave di volta della vittoriosa rimonta di Pardini: per dirla in maniera spiccia, “mandare a casa” chi c’era prima. Mettendo insieme esperienze e background progressisti (Alberto Veronesi), centristi (Elvio Cecchini, che proprio sabato ha spiegato di essere da due anni iscritto ad Azione di Carlo Calenda) e di destra (Fabio Barsanti).
Una forza d’urto che ora è compito di Pardini trasforare in azioni di programma per la città. Senza ricorrere alla tentazione di una sorta di “effetto Tremonti”: per chi non lo ricorda, l’ex ministro del tesoro,subito dopo le elezioni del 2001, si presentò al Tg1 con un grafico con il quale lamentava un presunto buco nei conti pubblici provocato dal precedente governo di centrosinistra. L’amministrazione di una città ha bisogno di uno scatto che vada oltre lo stigma di “quelli c’erano prima”.
È su questo scatto che sarà misurato Pardini, che si trova davanti un compito certo non facile. A cominciare dalla composizione della squadra che lo circonderà. Della sua maggioranza fanno parte in maniera organica le liste di Barsanti e quella di Cecchini, e non soltanto da un punto di vista politico. La coalizione originaria di Pardini, infatti, può contare su 16 consiglieri a palazzo Santini, più il sindaco: visto che il plenum è di 32, si tratta di una predominanza solo sulla carta. Gli altri quattro seggi della maggioranza vanno alle liste apparentate che diventano, di fatto, decisive per garantire la stabilità. Serviranno le riconosciute doti di moderazione e di “managerialità” di Pardini per condurre una barca con un equipaggio composito per i prossimi cinque anni. E per dimostrare che non si tratta di “un’accozzaglia” ma – come Pardini ha più volte sostenuto – di forze politiche che hanno un comun denominatore nei programmi.
È indubitabile che molti occhi e attenzioni saranno centrate su Fabio Barsanti e i suoi consiglieri (e, probabimente, assessori). L’abito istituzionale vestito da Barsanti nei cinque anni da consigliere di opposizione non fa dimenticare, in un’ampia fascia della cittadinanza, la sua provenienza da un movimento apertamente neofascista come CasaPound. E le sue azioni (ma anche le sue parole, perché in politica le parole contano eccoe), quindi, saranno inevitabilmente messe sottola lente di ingrandimento.
Detto questo, non c’è dubbio che per Lucca inizi una fase nuova. Il cambio di colore di un’amministrazione non è soltato un evento da registrare negli annali statistici, ma si porta dietro un mutamento degli equilibri che va ben al di là delle stanze di palazzo Santini e di palazzo Orsetti. Basti pensare alla grande partita delle società partecipate (cioè quelle che di fatto gestiscono una buona parte dei servizi al cittadino) o a quella del rapporto con le altre istituzioni, a partire dalla Regione.
Qualche parola per il centrosinistra e il suo candidato, Francesco Raspini. Che forse si è trovato nella situazione del ciclista che parte troppo presto per la volata e viene ripreso proprio sul traguardo o (più probabilmente) non è riuscito a intercettare la richiesta di cambiamento rispetto agli ultimi dieci anni, rimanendo troppo connotato come esponente della giunta di Tambellini. E non ha allargato la platea di coloro che lo avevano scelto il 12 giugno. Raspini ha l’esperienza politica e la conoscenza amministrativa per essere punto di riferimento dell’opposizione in consiglio e del popolo del centrosinistra che, a Lucca, continua ad avere a una sua forza. E che tra cinque anni vorrà riprendersi Palazzo Orsetti.