Mps: l'aumento di capitale fa crollare il titolo in borsa
La prossima settimana l'amministratore delegato Luigi Lovaglio sarà a Milano e Londra per presentare agli investitori il piano industriale
SIENA. Nuovo scossone in Borsa per Mps, che cade per il secondo giorno consecutivo a Piazza Affari, lasciando sul terreno l'8,6%, dopo il 6,9% perso nella seduta di martedì. Decisamente sopra la media i volumi con circa il 2,8% del capitale passato di mano in due sedute, a fronte di una media mensile inferiore allo 0,3%.
La Borsa sembra fare i conti con il fatto che Siena dovrà affrontare un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, pari a quasi cinque volte la capitalizzazione della banca. Scosse telluriche che i sismografi di Piazza Affari amplificano, complici il contesto di incertezza e il flottante ridotto del titolo, in calo del 18% dalla presentazione del nuovo piano, giovedì scorso.
L'effetto diluitivo sarà molto importante e gli investitori non interessati a partecipare all'aumento potrebbero aver deciso di vendere allo scopo di limitare le perdite. Non è escluso che tra costoro figurino le Generali, che già la scorsa settimana avevano ridotto sotto il 3% quella che Trieste considera una partecipazione finanziaria e possono ora liquidare l'investimento senza ulteriori dichiarazioni alla Consob.
La prossima settimana l'amministratore delegato Luigi Lovaglio sarà a Milano e Londra per presentare agli investitori il piano industriale e sondare gli umori del mercato. I privati dovranno infatti contribuire con 900 milioni di euro all'aumento, che per 1,6 miliardi verrà sottoscritto dal Tesoro. La tabella di marcia prevede che entro settembre arrivi il via libera dell'assemblea con la possibilità che la ricapitalizzazione venga lanciata già ad ottobre, se le condizioni di mercato lo consentiranno, e in ogni caso completata entro la fine dell'anno.
I 2,5 miliardi di euro serviranno a finanziare l'uscita di 3.800 dipendenti già quest'anno, a rafforzare i coefficienti patrimoniali di Siena e a finanziare gli investimenti previsti dal piano di Lovaglio, che promette di fare del Monte una "chiara e semplice banca commerciale", focalizzata sulle pmi e sulle famiglie, in grado di generare 1 miliardo di utili nel 2024 e di tornare a pagare il dividendo nel 2025.