Voghera, alla casa di riposo “Pezzani” metà del personale non vuole vaccinarsi
Sono gli infermieri assunti tramite coop, spiega il direttore generale Cioffi: «Qui ci sono persone fragili, mi aspettavo una risposta ben diversa»
VOGHERA. «Sono profondamente amareggiato». Lo ripete più volte Temistocle Cioffi, direttore generale dell’Asp Pezzani di Voghera, la casa di riposto della città che ha dovuto contare quattordici vittime da Covid-19 in questa pandemia. Cioffi è amareggiato perché solo la metà del personale ha accettato di vaccinarsi. Per la precisione sessantatrè persone su centoventiquattro. Un dato impressionante se si pensa che all’interno della Pezzani ci sono solo persone fragili, sia per l’età avanzata, sia per una lunga serie di patologie. E qui, nell’Asp (Azienda servizi alla persona), età e problemi di salute si sommano in un mix che, come sappiamo, può essere spesso mortale.
«Tanta amarezza»
«Sì, c’è tanta amarezza – ripete Cioffi -. Vede, alla Pezzani siamo blindati da un anno, abbiamo cercato con tutte le forze di evitare il contagio, a volte riuscendoci, a volte no. Ora che il vaccino è arrivato, ora che possiamo mettere in sicurezza gli operatori, gli ospiti e poi anche i visitatori, c’è chi si tira indietro. Stiamo parlando non dei medici, che si sono vaccinati tutti, o degli infermieri interni, anche loro vaccinati, ma di infermieri della coop che fornisce il servizio e il resto del personale. Non si rendono conto che ogni giorno sono a contatto con persone fragili: hanno un dovere morale di vaccinarsi. Certo, se non se la sentono, non possiamo obbligarli. Io, comunque, sarò il primo a vaccinarmi, spero che qualcuno posso cambiare idea».
In un primo momento era andata peggio. A dare il consenso al vaccino c’erano state solo 32 persone, davvero poche: «Poi - racconta il direttore generale – abbiamo fatto dei corsi proprio spiegare come il vaccino fosse sicuro e naturalmente sugli eventuali rischi. I corsi di formazione sono stati svolti dai nostri medici interni. Poi sono stati consegnati i modulli per il consenso. Il risultato finale? Si vaccineranno 63 persone sulle 124 che lavorano in Pezzani. Le ripeto, mi sarei aspettato ben altra risposta». Le vaccinazioni, anche se parziali per il personale, inizieranno probabilmente la prossima settimana.
Il piano vaccinale
«Siamo in fase di organizzazione – racconta Cioffi –, abbiamo dovuto attendere 12 giorni perché in precedenza c’erano state le vaccinazioni per l’influenza. Per il resto, abbiamo inviato un piano d'azione via mail a Sorveglianza sanitaria con il nostro cronoprogramma. Se sarà accettato, i nostri operatori si vaccineranno nei giorni 12, 13 e 19 gennaio. I nostri 96 ospiti, una volta che avremo ricevuto tutti i moduli di consenso anche dagli amministratori di sostegno, inizieranno la loro vaccinazione. Abbiamo organizzato un ambulatorio con un frigorifero dedicato dove tenere i vaccini scongelati, ci lavoreranno due medici della struttura, il medico competente, un infermiere, un Oss e un amministrativo che dovrà inserire i dati. Insomma, noi siamo pronti». ù
L’appello di Torriani
L’ex sindaco di Voghera, attuale assessore con delega alla Sanità e medico di base tornato al lavoro per tre mesi dopo la pensione per aiutare Brallo, lancia un appello: «Credo che un operatore sanitario dovrebbe vaccinarsi sempre, spero che chi ha rifiutato cambi idea. Io mi vaccinerò tra il 16 e il 17 gennaio. So bene che ci sono dei timori, la medicina non è una scienza esatta. Ma per proteggere i nostri anziani e per sconfiggere la pandemia dovremo vaccinarci nel maggior numero possibile». — © RIPRODUZIONE RISERVATA