Addio a Giovanni Gastel, l'amore per la Lomellina di una dei più grandi fotografi italia
E' morto a 65 anni per le conseguenze del Covid. Nipote di Luchino Visconti, legato da sempre alla grande tenuta di famiglia di Torre Beretti a Castellaro
MILANO. Il fotografo Giovanni Gastel è morto sabato 14 marzo all’età di 65 anni all’ospedale della Fiera di Milano, dov’era stato ricoverato a causa del Covid-19. Figlio di Giuseppe Gastel e Ida Pace Visconti di Modrone, sorella del regista Luchino Visconti, Gastel si era affermato come fotografo di moda per poi occuparsi anche di progetti con fini artistici e di ritratti.
Fra le personalità che ha immortalato ci sono Barack Obama («Venti minuti con una persona gentilissima e adorabile», ricordava), Maradona, Fiorello, Pino Daniele e Johnny Depp. Sue le immagini delle campagne pubblicitarie con le modelle Claudia Schiffer, Linda Evangelista e Bianca Balti.
Gastel ha elaborato il suo stile inconfondibile, caratterizzato da una poetica ironia, mentre la sua passione per l’arte lo ha portato a introdurre nelle fotografie il gusto per una composizione equilibrata.
Molto stretto il legame del fotografo con la Lomellina e, in particolare, con Castellaro de’ Giorgi, località fra Torre Beretti e Mede dove le famiglie Gastel e Visconti di Modrone sono radicate da decenni. «Per me Castellaro significa famiglia – spiegava due anni fa Gastel nel suo studio di via Tortona, a Milano, dove ci aveva accolti per un'intervista – Oggi ci vivono mio fratello Marco, che è imprenditore agricolo e allevatore di bovini, e la sua famiglia, ma la storia risale a mia nonna Carla Erba, duchessa dei Visconti di Modrone: la sua famiglia, industriali farmaceutici del Comasco, aveva acquistato la terra e i fabbricati rurali di Castellaro circa un secolo fa. Da allora le varie generazioni delle nostre famiglie si spingono lì per godere della quiete e del silenzio della campagna lomellina».
Dall’età dell’adolescenza il fotografo divideva le vacanze fra Castellaro, dove i Gastel possiedono terre per un totale di 1.000 ettari, e Cernobbio. «A Castellaro – raccontava il fotografo – amo cavalcare fra le risaie oppure, in autunno, fra i campi incolti: è una sensazione stupenda». In queste atmosfere rurali Gastel ha incrociato qualche volta anche lo zio Luchino Visconti, fratello di sua madre Ida Pace detta Nane. «Lo amavo all’infinito – diceva Giovanni Gastel del regista di “Senso” e “Il Gattopardo” – Non ho mai cercato di fare il viscontiano, ma lo zio mi ha insegnato a essere molto lombardo: questa grande serietà di metodo nel lavoro. Purtroppo è mancato quando io avevo solo vent’anni: non gli ho mai potuto parlare delle cose che avrei voluto fare. Mi ricordo, in particolare, i due mesi che trascorsi con lui ad Algeri, quando girava il film “Lo straniero”: era la fine degli anni Sessanta e lo zio Luchino cercava di aiutare in qualche modo quella nazione uscita da una tragica guerra per l’indipendenza dalla Francia».
A Castellaro era di casa anche il cugino maggiore di Giovanni Gastel, Eriprando detto Prandino, regista come lo zio. «Purtroppo visse e operò sempre con la presenza ingombrante dello zio Luchino – aveva confessato il fotografo – Amava molto la Lomellina e nel 1977 vi girò il film “Una spirale di nebbia”, con Stefano Satta Flores, Eleonora Giorgi e Flavio Bucci». —
Umberto De Agostino