Riapre il cantiere del ponte “sospeso”: 11 anni di travagli e 50 milioni di spesa
Il consorzio Pangea sta installando le gru e i ponteggi. Il presidente Poma: «Speriamo sia la volta buona»
VIGEVANO. Nuovo ponte sul Ticino, si contano i giorni del via ai lavori. In questi giorni, infatti, il Consorzio Pangea di Pescara, la società che si è aggiudicata l’appalto offrendo offerto un ribasso del 27,52% sull’importo base di cinque milioni sta piazzando gru, macchine e tutto il materiale necessario per il completamento del tanto atteso nuovo ponte. I lavori veri e propri potrebbero cominciare già la prossima settimana, insieme a quelli per la viabilità di accesso alla nuova infrastruttura e servirà un altro anno, incrociando le dita, per completare il tutto. «Speriamo sia davvero la svolta finale per il ponte – dice Vittorio Poma, presidente della Provincia di Pavia, stazione appaltante – considerati tutti i problemi, i fallimenti, e le lungaggini che abbiamo dovuto sopportare».
Cosa si farà
«Come avevamo anticipato – aggiunge Emanuele Corsico Piccolini, consigliere provinciale del Partito Democratico – oltre all’appalto ora assegnato per gli ultimi 23 metri di ponte mancanti, e le opere di connessione lato Vigevano, a breve ne faremo un altro, che riguarda però il lato Milano, compresa la rotatoria sulla 494 all’altezza dell’ex ristorante da Maria. Questa è una novità perché, nel frattempo, c’è stato il trasferimento di alcune strade statali ad Anas, tra cui la 494. Quindi noi, come Provincia, provvederemo a fare comunque anche quella gara e poi consegneremo il “pezzo” di opera che è di competenza di Anas».
Il cantiere del nuovo ponte è fermo ormai da due anni, dopo ben 11 anni dalla posa della prima pietra, ed ora il costo finale dell’intera opera, oltre a quello morale patito dai vigevanesi, si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Il nuovo ponte sul Ticino, di fatto, potrebbe diventare l’opera trainante per il completamento della pista ciclabile Traccia Azzurra, per la superstrada e per il raddoppio ferroviario. «La pista ciclabile – conclude Corsico Piccolini – sul lato Vigevano è bloccata dal ponte, tuttora ad uso dei veicoli che, una volta realizzato quello nuovo, trasformerà il vecchio nel collegamento della Traccia Azzurra con Vigevano. Poi c’è la superstrada, che va sbloccata. A Roma qualche cosa si sta muovendo, a partire dalla proposta di commissariamento, però è chiaro che il nuovo ponte si collega naturalmente al tracciato di quella infrastruttura. Infine, c’è il raddoppio ferroviario, che finalmente è stato approvato, ma solo liberando il vecchio ponte si potranno effettivamente posare nuovi binari». Selvaggia Bovani