Testata all’allenatore della figlia, papà finisce a processo
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Pavia, il genitore non condivideva alcune scelte tecniche: l’episodio avvenuto durante gli allenamenti di volley al Cus
PAVIA. Una testata al volto dell’allenatore di pallavolo perché in disaccordo con le sue scelte tecniche. Di questo è accusato un padre di 46 anni di Pavia: il 7 ottobre si presenterà davanti al giudice di pace per rispondere di lesioni. Un reato aggravato dal fatto che l’aggressione sarebbe avvenuta davanti a minori, a cominciare dalla figlia dell’imputato, all’epoca dei fatti 14enne.
Proprio la contrarietà verso la decisione dell’allenatore di far giocare la figlia in una squadra piuttosto che un’altra aveva scatenato la discussione, sfociata poi nella presunta aggressione fisica. L’episodio, che risale a giugno del 2018, era avvenuto nella palestra del Cus Pavia durante gli allenamenti di pallavolo delle squadre under 14.
L’allenatore (che è rappresentato dall’avvocato Marco Sommariva) si era fatto visitare al pronto soccorso del San Matteo e dimesso con una prognosi di pochi giorni. La gravità dell’accaduto, al di là delle lesioni, lo aveva convinto a fare denuncia. «Sicuramente un episodio poco edificante», si limita a dire l’allenatore.
Le testimonianze
Il processo parte in ritardo a causa dell’emergenza Covid, che ha fatto slittare in avanti l’udienza di avvio. Sulla vicenda erano state raccolte dai carabinieri le testimonianze delle persone presenti, anche diversi genitori che ora saranno chiamati a ribadire la loro versione davanti al giudice.
Secondo quanto ricostruito nella denuncia, quel giorno si allenavano due squadre di giovanissime alla palestra del Cus. A un certo punto il genitore ha affrontato l’allenatore. Contestava la collocazione della figlia in un gruppo di allenamento rispetto a un altro. Il coach gli ha spiegato che la scelta era dettata da una valutazione tecnica, ma questo non ha spento la discussione. Che, anzi, è degenerata. A un certo punto, sempre secondo la denuncia, il padre avrebbe colpito con una testata l’allenatore, puntandolo al volto.
Il tecnico avrebbe cercato di schivare il colpo, riuscendoci solo in parte e ricevendo una botta vicino all’orecchio. I carabinieri intervenuti per calmare gli animi hanno ricostruito l’accaduto attraverso le testimonianze. Il giorno successivo l’allenatore si è rivolto al pronto soccorso del San Matteo, per essere visitato da un otorino, e poi dimesso con tre giorni di prognosi e alcune prescrizioni.
«Mai un’aggressione»
«Alleno da vent’anni e in tutto questo tempo ci sono state discussioni con i genitori, ma mai aggressioni fisiche – spiega l’allenatore –. Certo quando c’è la passione per uno sport c’è anche agonismo e la voglia di primeggiare. Ma le scelte che fa un allenatore sono legate al risultato da ottenere e anche se non sono condivise, più spesso dai genitori, non si possono contestare. Bisogna trovare un compromesso tra la scelta tecnica e altre valutazioni, ma non è sempre facile».