Al parco della Vernavola di Pavia abbattuti cento alberi: proteste dei residenti
PAVIA. È stato abbattuto un bosco di ontani all’interno del parco della Vernavola nella zona della Vigentina all’altezza del centro commerciale. Si estendeva su un’area grande quasi come un campo da calcio, poco distante dal maneggio, ed è stato tagliato recentemente. Un intervento della società Terna per creare una fascia di sicurezza al passaggio dell’elettrodotto. Sul terreno si vedono ancora le tracce dei mezzi utilizzati per l’abbattimento di circa un centinaio di alberi i cui rami, fanno sapere alcuni cittadini, accoglievano anche i nidi dei picchi, «specie protetta perché in via di estinzione».
C’è chi lo definisce «uno scempio inaccettabile di un ontaneto storico che si trovava in una delle zone più pregiate del parco», mentre la consigliera comunale Ilaria Cristiani (Pd) ha presentato una instant question, da discutere in Consiglio, proprio per conoscere le motivazioni che hanno portato «ad un intervento tanto devastante». Il sindaco Fabrizio Fracassi fa sapere che questa porzione di terreno è di proprietà del policlinico San Matteo e l’intervento è stato voluto dalla società Terna che ha richiesto l’abbattimento «per motivi di sicurezza». Per l’azienda si tratta di una manutenzione da effettuare necessariamente sull’area in cui si trova l’elettrodotto, in quanto il bosco interferiva con l’infrastruttura destinata al trasporto di energia elettrica in alta tensione. Gli alberi, diventati troppo alti, potevano diventare pericolosi. A fine novembre si era svolto un sopralluogo dei tecnici del Comune e del Parco del Ticino ed era stato proprio il Parco ad autorizzare l’abbattimento.
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«Dispiace per questo bosco prezioso – sottolinea il sindaco -. Anche come consigliere del Parco avevo chiesto con insistenza di evitare questi tagli, suggerendo di piantumare, in tutte le aree interessate al passaggio dell’elettrodotto, piante autoctone ma a basso fusto e non alberi che raggiungono altezze importanti. Si tratterebbe anche di un risparmio in termini economici. Un suggerimento che continuo a dare proprio per evitare queste operazioni».
«Mi chiedo se fosse davvero necessaria una tale devastazione e ritengo assurdo che non sia stato effettuato alcun controllo per limitare i danni – dice Cristiani -. Ci si sarebbe potuti limitare ad un filare, invece si è scelta la soluzione più semplice, consentendo ai mezzi di procedere in modo indiscriminato, abbattendo un intero bosco, senza alcun rispetto per un parco dall’alta valenza naturalistica e molto amato dai pavesi. Il Comune, oltre ad un’azione di sorveglianza, avrebbe dovuto dare comunicazione di un intervento così macroscopico ai tanti cittadini che lo frequentano». — Stefania Prato