Troppo divario fra Italia e resto d’Europa per l’accoglienza degli studenti fuori sede. Lo ha ribadito il rettore dell’Università, Francesco Svelto, partecipando all’incontro “Housing universitario. Forme di agevolazione per studenti e sperimentazioni innovative”, che si è tenuto al palazzo dei congressi di Roma. Incontro al quale Svelto ha partecipato anche in qualità di delegato Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane) per l’housing universitario Pnrr. L'obiettivo, che è stato il focus dell'incontro, è quello di garantire il più ampio accesso alle strutture abitative e promuovere un effettivo diritto allo studio, riducendo un importante fattore di divario sociale.
«L’università di Pavia – ha detto il rettore Francesco Svelto, ricordando la situazione del capoluogo – oggi accoglie, grazie alla tradizione legata ai Collegi, più di 2.500 studenti. Attualmente in Italia ci sono circa 54.000 posti in residenze pubbliche o simili e un po’ più di 10.000 gestiti da privati. Questo a fronte di circa 500.000 studenti fuori sede». Un divario importante soprattutto se confrontiamo la situazione italiana con quella europea. «L’Inghilterra – ha detto – mette a disposizione più di 780.000 posti letto, la Francia 370.000, la Germania 314.000». Questa è la ragione per cui, proprio in Italia, è scoppiata la protesta da parte degli studenti fuori sede che ha interessato anche Pavia. Dove alcuni studenti si sono accampati davanti alla sede dell’ateneo. La protesta ha innescato una forte polemica anche politica, dopo la decisione l’altro ieri da parte del governo di ritirare, per il momento l’emendamento che sbloccava 660 milioni per l’emergenza alloggi. Seppure con la promessa di presentarlo in un altro decreto. Ma un aiuto potrebbe arrivare dal Pnrr. «In questa prospettiva, molto positivo è lo stanziamento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza di 1 miliardo per la realizzazione di nuove residenze – detto ancora Svelto –. Proprio in questi giorni, sarà reso pubblico un bando per manifestare interesse a partecipare. Oggetto è la messa a disposizione di alloggi per studenti che dovranno essere disponibili entro il giugno del 2026. Il numero obiettivo del Pnrr è pari a 52.500 ed è sfidante. È noto che nella grande disponibilità di residenze che si ha in altri Paesi europei un ruolo importante è stato svolto dagli investitori privati. Credo dunque che si debba lavorare a una grande alleanza per la residenzialità universitaria dove governo, amministrazioni locali, università, enti per il diritto allo studio, associazioni e investitori privati, nella diversità dei loro ruoli, operino per rendere effettivo il diritto a vivere in un luogo in cui ogni studente meritevole possa raggiungere facilmente la propria università»
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