Gioco d’azzardo, in 3 anni +70% di incassi a Pavia: nel 2022 in città spesi 193 milioni di euro
Fiumi di denaro in fumo in slot machine, videolottery e Gratta e vinci. Aumentano le dipendenze. Feder: «Dal monitoraggio sfuggono il trading on line e le aste al centesimo». Ecco le categorie a rischio
PAVIA. Gratta e vinci, slot machine e scommesse, a cui vanno aggiunti tutti i giochi virtuali, come il poker e il casinò on line. L’offerta è sempre più ampia e questo spinge a giocare d’azzardo sempre di più. Nella città di Pavia la spesa per il gioco nel 2022 è da capogiro: 193.327.388 euro. Il 70,49% in più rispetto al 2020, quando a Pavia sono stati spesi nel gioco 113.394.801 euro. La spesa pro capite, per lo scorso anno, si aggira così intorno ai 2.600 euro, anche se si tratta di un dato approssimativo, che non tiene conto, ad esempio, di chi gioca a Pavia, magari acquistando Gratta e vinci, ma non ci abita. A livello provinciale l’importo della spesa annuale, relativo al 2022, supera il miliardo di euro. I dati dell’Agenzia dei Monopoli, in possesso del Movimento no slot, preoccupano chi si occupa di dipendenze dal gioco d’azzardo: insieme alla spesa stanno infatti aumentando anche i casi di chi, prigioniero del brivido del rischio e della vincita possibile, si rovina la vita sperperando interi patrimoni.
Quali tipologie
Tra le tipologie di gioco fisico (sale, bar e locali), che si distingue dal telematico, spiccano in primo piano le slot machine: nell’anno passato sono stati bruciati a Pavia nelle macchinette 28.299.474 euro. Nel 2020 erano stati spesi quasi 16 milioni di euro. Supera i 40 milioni di euro, invece, la spesa annuale per le videolottery, che sono in sostanza slot machine dove, invece delle monete, si inseriscono banconote, quindi si punta alla vincita con importi più alti.
La spesa per i Gratta e vinci ha avuto invece un andamento meno lineare: è passata da oltre 12 milioni a 20 milioni tra il 2020 e il 2021, per poi scendere a oltre 15 milioni nel 2022. L’unica tipologia di gioco che è rimasta quasi invariata negli anni è il Lotto: qui la spesa annuale si aggira in media intorno ai 7 milioni di euro. Balzo in avanti, invece, per le scommesse sportive giocate fisicamente nei locali: in tre anni la spesa è raddoppiata, passando da circa 3 milioni a 6 milioni.
Il grafico
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Il grafico è navigabile: cliccando sulle varie sezioni si possono vedere i totali per anno, per tipologia di gioco, distinguere se telematico o fisico. E’ evidente che nel 2020, con il lockdown, il gioco fisico è calato senza che crescesse in proporzione quello telematico: questo può dire qualcosa anche sull possibili misure di prevenzione del gioco d’azzardo patologico (a cura di Anna Ghezzi)
Le ragioni
Ma perché sono aumentati così tanto i numeri? «Perché è cresciuta l’offerta – spiega Simone Feder, educatore e psicologo della Casa del giovane oltre che coordinatore nazionale del Movimento no slot –. I dati infatti dicono che è cresciuto sia il giocato fisico che quello telematico, non c’è stato un travaso da un settore all’altro come ci si poteva aspettare con la crescita del virtuale».
In città oltre ai bar e alle tabaccherie che hanno slot o altre tipologie di gioco, come il Lotto, ci sono tante sale dedicate solo al gioco o sale con videolottery. La crescita del gioco fa aumentare i casi di dipendenza. E tanti, giovani ma anche padri di famiglia o nonni, sono quelli che passano dalle strutture della Casa del giovane.
«La lotta alle dipendenze legate al gioco impone peraltro figure di psicologi sempre più specializzate – spiega Feder, che insegna anche alla Slop, la scuola lombarda di psicoterapia –. All’interno della scuola si sta investendo molto ad approfondire le varie tipologie di gioco d’azzardo, anche le più nuove, per creare clinici sempre più attrezzati. Nei dati del Monopolio, ad esempio, non è incluso il fenomeno del trading on line, delle criptovalute e delle aste al centesimo, i cui effetti sfuggono al controllo ma sono devastanti, soprattutto per i più giovani, spinti verso questo mondo perché vedono un modello, interpretato dai vari influencer, in cui tutto sembra facile e dove la ricchezza è a portata di mano».
Blackjack, poker e scommesse: importi quasi raddoppiati
In parallelo all’azzardo giocato nei locali e nelle sale cresce anche il gioco telematico. Che si riduce, in sostanza, a due tipologie: i giochi di abilità (come i giochi da casinò, blackjack e poker on line) e le scommesse sportive a quota fissa. La prima tipologia di gioco è di fatto raddoppiata in due anni, passando dai 37 ai 67 milioni di euro l’anno. Le scommesse sportive, invece, hanno seguito una crescita più lenta: nel 2020 sono stati spesi oltre 10 milioni di euro, diventati oltre 14 milioni nel 2021 e anche nel 2022. In queste tipologie di gioco telematico non vengono contemplati (perché sfuggono al controllo dell’Agenzia dei monopoli) il trading on line e le aste al centesimo, in cui ogni giocatore compra dei crediti non rimborsabili e punta con un timer che riparte a ogni puntata. Soprattutto quest’ultima tipologia di gioco è offerta da una varietà di siti internet, alcuni dei quali ritenuti illegali dalla Finanza.
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A rischio gli anziani e i giovani tra i 20 e i 30 anni
Gli anziani, «l’unica categoria che era rimasta finora al riparo dalle droghe», ma anche tanti giovani. «Soprattutto quelli della fascia di età tra i 20 e i 30 anni», spiega Simone Feder, coordinatore del centro dipendenze alla casa del Giovane, dove tanti casi vengono affrontati. Alcune categorie di persone sono più a rischio di altre nello sviluppo di dipendenze legate al gioco d’azzardo, anche se a fare la differenza è l’offerta, mai calata negli anni. «Non c’è una personalità tipo del giocatore patologico – spiega Feder –. Diciamo piuttosto che ci sono tre profili di persone. Il primo corrisponde a quello di una persona normale, che gioca magari poche volte e poi scatta qualcosa che spinge a giocare di più, come ad esempio una vincita – aggiunge lo psicologo –. Poi ci sono persone più vulnerabili perché magari hanno avuto un problema al lavoro, un lutto, o soffrono di ansia e depressione. Infine, il terzo profilo corrisponde a chi ha già altre dipendenze. Per ogni giocatore dipendente ci sono altre sette o otto persone attorno a lui che corrono il rischio di cadere nella trappola, a cominciare dai familiari».
E quali sono i segnali ai quali prestare attenzione? «Quando si passa dal gioco sociale al gioco patologico i segnali sono l’aumento della spesa per giocare, la comparsa di pensieri più ricorrenti legati al gioco, o vere e proprie distorsioni cognitive – chiarisce Feder –. I segnali quando si sconfina nel patologico sono più evidenti: subentrano le menzogne, i debiti, la modifica delle abitudini alimentari, piccoli furti, cambi di umore e l’aumento dell’aggressività». —
m. fio.