Chat sessista, i soci della Canottieri Ticino: «Cacciare dal club chi è coinvolto»
PAVIA. «Chiedo spiegazioni in merito alla questione disdicevole capitata alla nostra società. Vorrei sapere quando verrà indetta una prima assemblea e pretendo che il nostro presidente prenda una posizione chiara e onesta». Firmato, Stefania Malerba, una socia. La richiesta, spedita alla segreteria della Canottieri Ticino ieri mattina (16 gennaio), è stata seguita da altre mail dello stesso tenore. Diversi soci anticipano la richiesta che faranno in assemblea: allontanare i soci coinvolti nel caso della chat sessista, dove otto partecipanti si scambiavano foto e commenti volgari su giovani donne frequentatrici del circolo.
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Una chat su cui la procura di Pavia ha aperto una indagine per diffamazione dopo la denuncia di tre donne. «La Canottieri è una bella realtà da salvaguardare, che offre tanti servizi – spiega Malerba –. Proprio per questo chi ha sbagliato deve essere messo alla porta. Non è possibile banalizzare la gravità del comportamento di chi usa una chat di gruppo per prendere di mira giovani donne, che hanno il diritto di sentirsi a proprio agio quando si mettono in costume».
Consigliere sospeso
La vicenda risale alla fine di agosto e oltre all’inchiesta penale ha portato finora alla sospensione per tre mesi da parte del collegio dei probiviri di uno dei soci, che è anche consigliere della società di strada Canarazzo. A denunciare sono state tre giovani donne che, in un giorno di fine estate, sono venute a sapere che in una chat di whatsapp tra soci della Canottieri circolavano messaggi a sfondo sessuale. Battute volgari e insulti, commenti su particolari fisici, su presunte relazioni delle donne con alcuni soci e su ragazze messe in palio come trofei.
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«Deve essere difeso in modo forte il diritto di ciascuna donna di sentirsi a proprio agio sempre, senza che diventi oggetto di commenti di quel tipo, che non possono essere minimizzati come battute – aggiunge Malerba –. Ho due figlie e tutta la famiglia frequenta la Canottieri, un posto in cui certi comportamenti non sono ammissibili». Per la socia la Canottieri «non è un luogo elitario ma un punto di riferimento per tante famiglie che scelgono i suoi servizi, come i centri estivi, la piscina, le attività sportive. La quota consente di avere una serie di vantaggi. Proprio per l’amore che i soci nutrono nei confronti di questa realtà non possono esserci sospetti di alcun tipo. Il presidente è una persona onesta, quindi prenda i provvedimenti più opportuni. Non si tratta di mettere alla gogna nessuno, ma garantire la serenità che c’è sempre stata». E non mancano i soci che minacciano di andare via e di portare le loro quote altrove.
La comunicazione del consiglio
Il clamore suscitato dalla vicenda e le tante richieste di chiarimento dei soci (anche se del caso si chiacchierava nel circolo già da mesi) hanno spinto ieri il Consiglio direttivo a mandare una mail ai soci: «È con amarezza e disappunto che inviamo la presente mail in relazione all’articolo pubblicato da “La Provincia Pavese”, riguardante il nostro sodalizio. Non potendo, al momento, valutare compiutamente ogni aspetto della vicenda, perché ancora oggetto di approfondimenti da parte dell’Autorità giudiziaria, desideriamo confermare l’impegno del Consiglio, per quanto di sua competenza e nel rispetto delle leggi, ad assicurare l’osservanza dello Statuto e del regolamento, come fatto fino ad ora».
Il Consiglio precisa che resterà «in attesa degli sviluppi del procedimento giudiziario in corso» e che nel frattempo, nel «rispetto della privacy di tutte le persone coinvolte, resta a disposizione per eventuali ulteriori spiegazioni in merito alla posizione dallo stesso assunta. Con l’auspicio di poter salvaguardare il clima di amicizia e vicinanza che da sempre contraddistingue la società».