Bambini attori alla scuola elementare Canna: “Fotocromomachia” è un vero film di due ore
foto da Quotidiani locali
PAVIA. Attori navigati. Eppure i 23 interpreti del film Fotocromomachia sono esordienti. O meglio, vanno ancora a scuola. Quest’anno frequentano la quinta classe della scuola primaria Canna. E quando hanno realizzato il film - sotto la guida di un giovane regista pavese, Michele Alcmane Feninno, classe 2000 - erano ancora sui banchi della quarta.
Centoventi minuti senza una sbavatura. Giovedì 18 gennaio il film, una Produzione Canna, sarà proiettato sul grande schermo del cinema teatro Politeama di Pavia. Un evento gratuito, ma a inviti (per questioni di privacy, vista l’età degli attori). In realtà ha riscosso già ampi consensi e applausi alle prime due proiezioni riservate alle scuole e alle famiglie. Chissà che un giorno non vi possa assistere il pubblico.
Recuperare la socialità
«Il film fa parte di un progetto su cinema e teatro portato avanti da tutto l’istituto comprensivo Corso Cavour – spiega la dirigente Livianna Speciale – Lo scopo è quello di educare ragazze e ragazzi a esprimersi, mettersi in gioco, vincere la timidezza, acquistare autostima e recuperare quella socialità perduta durante la pandemia».
Ben lo sapevano i 23 giovani attori che avevano iniziato il primo anno di scuola praticamente quasi subito in Dad (didattica a distanza). Non che in quei mesi si siano scoraggiati, anzi: con gli insegnanti hanno realizzato video-fiabe postate su YouTube, da Cappuccetto Rosso a I vestiti nuovi dell’Imperatore. Il salto di qualità è venuto lo scorso anno, mentre frequentavano il corso sul linguaggio del cinema e Charlie Chaplin.
Il progetto inizialmente avrebbe dovuto essere uno spettacolo teatrale ma si è puntato a provare un’esperienza nuova perché – come si legge nei titoli di coda – «là dove voi adulti riflettere , i bambini splendono».
Tutta la classe si è messa subito in gioco. «Era la prima volta che lavoravo con dei bambini – spiega Michele Alcmane Feninno – Ed è stata un’esperienza molto bella. Entrare in una scuola è come approcciarsi a un altro mondo».
Autoprodotto in classe
«Non avevo niente ma quel niente era abbastanza» avverte l’incipit tratto dal Faust di Goethe. E in effetti il film è stato realizzato a km zero con quello che avevano a disposizione, a parte la strumentazione del regista che ha curato anche la post produzione: la classe, i banchi, il giardino del Canna. E baffi finti per interpretare l’insegnante. Fotocromomachia, la lotta della luce contro il tempo, è ambientata proprio lì e gli alunni vestono i panni di loro stessi, degli insegnanti e del personale scolastico. Tutto nasce da un episodio accaduto negli anni Settanta quando la bidella era una bambina. Da lì si sviluppa una storia, sceneggiata dai bambini nel corso del precedente anno scolastico. Nella trama, alla fine , i maestri escono di scena e gli attori riassumono il proprio ruolo di bambini.
Fotocromomachia è un lungometraggio realizzato dai bambini per i bambini, in cui si lascia emergere quella parte più segreta che ognuno, anche quando è adulto, ha dentro di sè.
Il cast era obbligato: nessun provino, nessun protagonista e nemmeno comprimari. Tutti ingaggiati.
E sono entrati così bene nella parte che ormai snocciolano nelle loro conversazioni, con padronanza, termini tecnici come carrellata, campo lungo, titoli di coda. —
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