Autista lasciò la bimba sul bus: il papà lo aggredì e ora va a processo

CURA CARPIGNANO. Aveva dimenticato una bambina di dieci anni sullo scuolabus ed era andato a pranzo. Ma a finire nei guai, alla fine, è stato il padre della piccola che, dopo avere appurato l’accaduto, aveva reagito aggredendo l’autista con calci e pugni. Antonio C., 47enne di Cura Carpignano, si trova a processo davanti al giudice di pace per lesioni e minacce. Pochi giorni fa negli uffici giudiziari di via Porta è stato sentito il conducente dello scuolabus, Marco B., di Pavia: l’uomo ha confermato l’aggressione e si è costituito parte civile per la richiesta dei danni.

La bambina rimasta sul bus

Le contestazioni sono indicate nel capo di imputazione che ricostruisce in modo sintetico la vicenda. Il caso risale al 14 marzo del 2022. Quel giorno, secondo quanto ricostruito, l’autista, alla guida dello scuolabus comunale, è passato come sempre a prendere i bambini a scuola per riportarli a casa per la pausa pranzo. Poi sarebbe tornato a riprenderli per riportarli in classe per le lezioni del pomeriggio. Il conducente ha scaricato gli alunni alle fermate del paese ed è arrivato alla frazione Prado. Sul bus era rimasta solo la bambina che era seduta sui sedili in fondo. Forse la piccola si era addormentata o nascosta tra i sedili. L’autista si è voltato indietro e non vedendo nessuno ha chiuso a chiave il mezzo ed è andato a mangiare in mensa. Il padre della bambina non l’ha vista rientrare a casa e si è preoccupato. Facendo qualche telefonata ha verificato che la figlia era salita come tutti gli altri bambini sullo scuolabus. Si è messo così a cercare il mezzo, parcheggiato vicino alla mensa.

L’aggressione

Non appena lo ha trovato ha visto che a bordo c’era la figlia disperata. Ha infranto un finestrino per liberarla. Proprio in quel momento è arrivato il conducente. Per l’accusa il padre della bambina lo avrebbe «colpito violentemente con ripetuti pugni in volto e con calci su tutto il corpo, facendolo rovinare al suolo» dove «continuava ad attingerlo con altri colpi e minacciandolo» con frasi del tipo “Figlio di p... ti taglio la gola, sei un delinquente, non farti più vedere da queste parti». Accuse che il processo dovrà vagliare. —