Vito Pallavicini, sabato a Milano il primo omaggio

Vito Pallavicini, nel centenario della nascita, sarà ricordato a Milano con un concerto organizzato dal vigevanese Diapason Consortium. «Dopo questa anteprima milanese – spiega Federica Casella, presidente di Diapason – abbiamo già la data del concerto vigevanese, sabato 25 maggio, quando onoreremo il nostro concittadino al teatro Cagnoni o, se i lavori di ristrutturazione non saranno ancora terminati, nel ridotto dello stesso teatro».

Intanto il vigevanese Pallavicini, nato il 22 aprile 1924 e scomparso il 16 agosto 2007, sarà ricordato stasera a Milano, nella sala Slow Mill di via Volturno. Alle 21 inizierà lo spettacolo “Azzurro Sessanta”: sul palco la Bandafenice composta da Gianluca Margheriti (voce recitante), Marco Filatori (voce e chitarra) e Antonio Bologna (pianoforte).

«Rievocheremo gli anni Sessanta – anticipa Federica Casella – con una decina di canzoni scritte da Pallavicini, una per ciascun anno di quel decennio meraviglioso. Per esempio, nel 1965 al Festival di Sanremo Pino Donaggio partecipa con “Io che non vivo (senza te)”, con testo di Pallavicini: canzone che diventerà uno dei brani più celebri del nostro Paese, uno di quei pezzi che rappresenta l’Italia nel mondo, tanto che negli anni la canteranno, tra gli altri, Elvis Presley, Dusty Springfield, Jack Savoretti e Cher».

Musica e cambiamenti

Gli anni Sessanta italiani sono un’epoca di grande musica e di enormi cambiamenti sociali, tecnologici e intellettuali: nasce la cultura di massa, la televisione acquisisce il potere definitivo sulle persone, mentre dai juke box escono melodie e parole che ancora oggi tutti ricordano. E molte di quelle parole sono state scritte da Vito Pallavicini, che vanta il primato di autore con il maggior numero di testi iscritti alla Siae. Il paroliere inaugura il decennio con “Por dos besos”, brano scritto per Carla Boni con musica del concittadino Pino Massara.

Poi "Le mille bolle blu", canzone presentata al Festival di Sanremo 1961 da Mina e Jenny Luna. Pallavicini diventerà l'autore con più partecipazioni al Festiva della canzone italiana: più di cinquanta canzoni suddivise in 21 edizioni. Inoltre, nel 1965 e nel 1966 è presente con sette brani: un primato nel primato.

Pezzi indimenticabili

Alla fine degli anni Sessanta, su musica di Paolo Conte, Pallavicini scrive i pezzi più maturi della sua carriera: nel 1968, in particolare, escono “Azzurro” per Celentano, “Insieme a te non ci sto più” per Caterina Caselli e “Deborah” per Fausto Leali.

Negli anni Sessanta si dedica anche alla traduzione in italiano di successi stranieri, come “The House of the rising sun”, che traduce con Mogol in “La casa del sole” per i Los Marcellos Ferial, “Downtown”, che l’interprete originale Petula Clark incide con il titolo “Ciao ciao”, o “Tous les garçons et les filles”, che diventa “Quelli della mia età”, sempre cantata dalla francese Françoise Hardy.

«Nel corso della serata, guidati dai brani scritti da Pallavicini, andremo alla scoperta degli eventi che hanno segnato l’Italia degli anni Sessanta», conclude Casella.

Il costo dei biglietti è di 12 euro.—

Umberto De Agostino

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