Silvia Cinelli racconta la saga del creatore del bitter Campari
foto da Quotidiani locali
Mercoledì pomeriggio (17.30), nella sala Zonca di via Emilia, la libreria Ticinum, nell'ambito di VogherAutori, organizza un incontro con la scrittrice Silvia Cinelli, che presenta “L'elisir dei sogni, la saga dei Campari” (Rizzoli). Un romanzo storico che emoziona e affascina, descrivendo la parabola di una famiglia che ha scritto con l’inchiostro rosso del suo bitter la storia di Milano e dell'Italia.
La trama
Nel capoluogo lombardo quando correva l'anno 1862, Gaspare Campari (nato a Cassolnovo) avviò l'attività basata sulla mescita di fiori, spezie e bucce di agrumi nel suo laboratorio di produzione di liquori. È arrivato da poco dalla provincia pieno di speranze dopo il successo del suo caffè dell’amicizia a Novara e nella grande città in trasformazione, animata da una borghesia ricca e desiderosa di godere dei piaceri della vita, è determinato a realizzare il suo sogno. Gaspare cerca qualcosa che non esiste, un elisir, il bitter perfetto che piaccia a signore raffinate intellettuali e sappia conquistare uomini di mondo. Poco dopo la magia si compie: nasce il bitter Campari, dall'inconfondibile colore rosso e dal sapore dolce amaro destinato a diventare un’icona, un cult negli aperitivi degli italiani. Da allora l’ascesa inarrestabile.
È il 1867 e nella nuova galleria Vittorio Emanuele II apre le porte il caffè Campari, luogo di ritrovo abituale per politici e scrittori, e locale frequentato dai musicisti del vicino Teatro alla Scala e dai giornalisti del neonato Corriere della Sera. Quando Gaspare muore all’improvviso, lasciando cinque figli e una formidabile vedova dalla chioma rossa, è subito chiaro che la successione non seguirà i piani dei capostipite. Sarà l’intraprendente e coraggiosa Letizia, moglie di Gaspare, a traghettare l’azienda verso il futuro consegnandola nelle mani dei suoi figli Davide e Guido che non possono essere più diversi; visionario e orientato al potere il primo, ribelle e passionale il secondo, destinati, inevitabilmente, a scontrarsi sull'eredità paterna. — ALESSANDRO QUAGLINI