Altro dramma in cella a Torre del Gallo detenuto si impicca con il cavo della tv
PAVIA. Venti giorni dopo il suicidio del trapper di 27 anni Jeffrey Jordan Baby si è verificato un altro drammatico tentativo di suicidio all’interno del carcere di Torre del Gallo. Ieri pomeriggio un detenuto nordafricano di 42 anni ha cercato di togliersi la vita impiccandosi nella sua cella dell’ottava sezione ed è stato strappato alla morte grazie all’intervento tempestivo degli agenti della polizia penitenziaria. E’ stato ricoverato in condizioni disperate nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Matteo: la sua vita è appesa a un filo sottilissimo. Un episodio che dimostra, per l’ennesima volta, il disagio esistente all’interno del carcere pavese.
Nel carcere di Torre del Gallo ci sono 650 detenuti, di cui 357 stranieri. Dati del ministero aggiornati 29 febbraio 2024. Una situazione di sovraffollamento che dura da tempo. La capienza prevista per il carcere di Pavia, aperto nel 1992, è di 515 posti. Sovraffollamento registrato anche nelle altre due strutture carcerarie della provincia di Pavia. Sono quella di Vigevano (357 detenuti a fronte di 242 posti di capienza), mentre a Voghera ci sono 360 detenuti su una capienza di 341.
Sezione isolati
È successo, ieri pomeriggio verso le 13.30, nella sezione osservazione isolati. Si tratta di un reparto dove sono detenute persone sia per motivi particolari ad esempio di salute oppure disciplinari. Il 42enne nordafricano era solo in cella quando ha staccato il cavo dell’antenna del televisore. Probabilmente aveva studiato nei dettagli il piano per togliersi la vita. L’ha attaccato ad un gancio dell’armadietto di metallo che è fissato alla parete della cella. Ha formato un cappio e si è gettato nel vuoto. E’ stata questione di attimi. In quel momento un agente della polizia penitenziaria stava facendo il giro di controllo (i detenuti di quel reparto sono sorvegliatissimi) e si è accorto del tentativo di suicidio. Ha subito chiamato i colleghi e ha aperto la porta della cella. Il primo soccorso è stato eseguito nel migliore dei modi: c’era infatti il rischio di procurare danni ancora più gravi al detenuto già in fin di vita. Un agente lo ha sollevato e l’altro gli ha tolto il cappio dal collo.
Privo di conoscenza
Il 42enne aveva perso conoscenza ma respirava ancora. E’ stato chiamato il medico del carcere che ha eseguito il primo disperato tentativo di rianimazione. Poi è arrivato il personale del 118 e le manovre di rianimazione sono proseguite per circa tre quarti d’ora. Il cuore del 42enne è ripartito: il detenuto è stato intubato ed è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo in condizioni disperate. E’ stata aperta un’inchiesta per chiarire le cause dell’ennesimo tentativo di togliersi la vita nel carcere pavese.
«Denunciamo ancora una volta – spiega Salvatore Giaconia segretario regionale dell’Osapp, il sindacato degli agenti – la criticità delle risorse in cui opera il nostro personale. Penso che vicende drammatiche come quella di oggi avvengono anche per la mancanza di una rete di ascolto dei detenuti. Servono figure che riescono a comprendere in anticipo i problemi dei carcerato e di prevenirli».
La prossima settimana è previsto un incontro tra sindacati e la direttrice della casa circondariale.
I precedenti – Dieci morti per suicidio negli ultimi tre anni
Sono stati dieci i morti per suicidio in carcere dal 2021 ad oggi, l’ultimo caso è recente è quello di Jordan Tinti 26enne cantante trap brianzolo trovato impiccato lo scorso 12 marzo nella sua cella. Per il caso di Tinti però la famiglia no ncrede al suicidio ed è comunque aperta un’indagine della procura per omicidio colposo. Il 26enne infatti aveva denunciato violenze e soprusi, tentando già di togliersi la vita. Un caso su cui dovrà fare luce l’inchiesta, tra due mesi ci saranno anche gli esiti degli esami autoptici sulla salma di Tinti, conosciuto nel mondo della musica trap come Jeffrey Jordan Baby.
La scia di sangue a Torre del Gallo continua da tre anni, in particolare tra le fine del 2021 e il 2022 c’erano stati nove suicidi dietro le sbarre. Una situazione che secondo gli addetti ai lavori non è destinata a migliorare, complice anche il sovraffollamento delle celle di Torre del Gallo. Un problema che è emerso anche durante un recente convegno a Pavia. «Purtroppo le ultime direttive del governo e del Parlamento sono tutto carcero-centriche - ha spiegato durante il convegno Laura Cesaris, docente di esecuzione del diritto penale all’ateneo di Pavia e impegnata nella tutela dei diritti dei carcerati -. Di questo passo, sovraffollamento e tasso di suicidi sono destinati a salire. Torre del Gallo è una casa circondariale, e pertanto dovrebbe ospitare solo detenuti con condanne brevi, e invece registra la presenza anche di ergastolani». A denunciare una situazione problematica all’interno del carcere sono anche i sindacati della polizia penitenziaria.