Catenacci, l’Oltrepo in serie D già al secondo anno: «Vincere a Broni ha tutto un altro gusto»
foto da Quotidiani locali
La serie D. più che un sogno, era un obiettivo. Da centrare anche con l’Oltrepo, dopo gli anni di Casale, dove addirittura arrivò la serie C. La passione viscerale per il calcio lega Fabrizio Catenacci a una realtà nuova, come l’Oltrepo, che in appena due anni di vita, è riuscita nell’intento di operare il grande salto di categoria.
[[ge:gnn:laprovinciapavese:14294256]]
Presidente come si sta seduti sulla nuova poltrona della serie D?
«Molto bene anche se vorrei ricordare che la D l’ho già fatta al Casale e l’ho anche vinta. Per essere precisi, siamo arrivati secondi e ci hanno ripescato in C. Questa di Broni ha un gusto completamente diverso. Innanzitutto in un contesto territoriale più vicino e congeniale. Casale era Piemonte, qui è Broni, ovvero provincia di Pavia, è casa mia. C’è un altro gusto, un’altra soddisfazione e lo percepisco molto quasi giornalmente con i dirigenti che a Broni ci abitano, come i vice presidenti Ezio Cravedi e Massimo Rossi, la presidente onoraria Rina Rossi, il responsabile delle giovanili Stefano Belcredi».
Sperando di essere promosso nella categoria superiore, quanti anni pensava di impiegarci quando ha creato l’Oltrepo Fbc?
«Non così poco tempo. Però conoscendo le capacità professionali del ds Raso, ero molto fiducioso. In tutti i campionati in cui abbiamo lavorato insieme, il risultato peggiore è stata la quinta posizione partendo dall’alto che significa comunque i play off».
La presenza di pubblico e l’interesse per la squadra è cresciuto negli ultimi mesi, pensa che la D possa incrementarli ancora di più?
«Me lo auguro. Broni è una cittadina di circa 10mila abitanti, con un hinterland importante, e la D porterà qui squadre altrettanto importanti; quindi, mi auguro che il pubblico reagisca meglio. Il calcio è spettacolo, e lo spettacolo senza pubblico non ha molto senso».
Rifarebbe la scelta di esonerare un allenatore dopo 7 giornate secondo in classifica, indipendentemente da chi possa trattarsi?
«E’ la prima la volta da quando mi occupo a livello dirigenziale di calcio che esonero un allenatore, non rientra nel mio stile. Nel caso specifico non è stata guardata la posizione in classifica, ma sono state fatte altre valutazioni, pensando al futuro del campionato, con una persona che non aveva sintonia con me e neppure con la squadra. L’avrei fatto anche se fossimo stati primi, questo per prevenire situazioni peggiori cammin facendo».
Scegliendo Paolo Barbieri, e confermando lo staff che già c’era, lei ha dato l’opportunità a un tecnico giovane di provare ad emergere. La scelta di Barbieri andava vista anche in questo senso?
«Da sempre sostengo che non è l’età che può o meno incidere. La capacità di una persona rimane. Barbieri è stata anche una scelta logica. Faccio un esempio. Se una squadra di calcio ha un titolare in porta e un dodicesimo, se il titolare ha un infortunio e resta fuori parecchio tempo, invece di utilizzare il dodicesimo si va sul mercato a prendere un altro portiere, cosa può pensare il dodicesimo? Non essendoci più il numero uno, il collaboratore era Barbieri ed è stato promosso lui. Lo fanno in tanti, anche in serie maggiori. Mi è sembrato naturale. Barbieri è stato sponsorizzato tanto dallo staff tecnico, dal ds e dal direttore generale, tutti avevano la certezza che avrebbe fatto benissimo. Li ho ascoltati, che senso avrebbe avuto non farlo, credo nessuno».
Il Comunale di Broni che ha già subito molte migliorie, è conforme ai parametri della serie D o dovrete fare altri lavori?
«Ci siamo già mossi. E’ già funzionale almeno all’80%. La Lnd di Roma ci ha già contattato. Faranno un sopralluogo, stileranno una relazione e ci diranno quali sono gli interventi necessari. Quello più importante è la doppia biglietteria e la doppia entrata per il settore ospiti. Lo stadio di Broni è stato oggetto di un importante restyling, e ne approfitto per ringraziare ulteriormente il sindaco Riviezzi e a tutta l’amministrazione comunale che ci ha supportato molto brillantemente. Lo stadio al momento è uno dei migliori della Lombardia e non lo dico solo io».
Quali sono gli obiettivi in serie D?Salvezza tranquilla al primo anno e poi magari qualcosa di più?
«Il progetto e il desiderio sono stare nella colonna di sinistra della classifica. Altrimenti non è più disputare un campionato di calcio ma una sofferenza, se si sta da quella destra».A.M.