Occupazione in ateneo a Pavia, il rettore ora tratta: verso tavolo paritetico con docenti e studenti
PAVIA. Un tavolo “paritetico” composto da docenti e studenti, nessun provvedimento disciplinare per i partecipanti al presidio permanente, la concessione di un’aula per svolgere attività legate ai temi al centro della protesta. Dopo quaranta giorni di occupazione pacifica dei cortili dell’Università, e dieci del rettorato, i vertici dell’ateneo hanno dovuto accettare il confronto e formulare una proposta di accordo con i Giovani per la Palestina, mobilitati dal 16 maggio per chiedere una presa di posizione netta sul genocidio in atto a Gaza, lo stop ai rapporti con Università e società che collaborano con Israele per progetti che riguardano un possibile uso militare, spazi in ateneo dove poter discutere liberamente la questione palestinese (a maggio il prorettore Giampaolo Azzoni non aveva concesso l’aula del ’400 per una conferenza col presidente della comunità palestinese della Lombardia).
La proposta
La trattativa è avviata e nelle prossime ore si saprà se andrà a buon fine: da parte degli studenti dell’“acampada”c’è disponibilità, salvo mettere dei paletti su alcuni punti. Primo fra tutti, il passaggio preliminare delle proposta in cui si parla di «fissazione della riunione del “Tavolo di lavoro” immediatamente dopo la rimozione del presidio permanente all’interno del rettorato, delle tende dal cortile sottostante e da ogni altro cortile e spazio dell’Università, così come rimozione di bandiere, striscioni e altro materiale analogo». «Prima si fissa la riunione e poi ci sarà la rimozione del presidio», ribatte Riccardo Portaro, uno degli studenti di Giovani per la Palestina.
La proposta inviata dal rettore è arrivata ieri, dopo che lunedì si era svolta una riunione informale di senatori accademici (ma proprio ieri era in programma l’ elezione dei 21 docenti e di 2 tecnici-amministrativi nel nuovo organo, per il triennio 2024-26).
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La composizione del tavolo
Una riunione dalla quale sono usciti i nomi dei quattro docenti (e senatori uscenti) che dovrebbero far parte del Tavolo di lavoro: Mayra Paolillo, che è anche segretaria cittadina del Pd (nei giorni scorsi aveva accusato gli studenti di essere violenti e prevaricatori, accuse rispedite al mittente); Gianluca Introzzi, tra i firmatari della dura lettera al ministero degli Esteri, sottoscritta da centinaia di universitari, che chiede la sospensione degli accordi di cooperazione con Israele per il rischio di “dual use” (l’utilizzo cioè anche in campo militare), ma che alla Provincia Pavese ha dichiarato un mese fa che «non ha senso interrompere i rapporti di collaborazione con i ricercatori israeliani, cioè quella parte di società meno allineata con il loro governo»; Rossella Nappi; Eduardo Rossi, che assumerebbe anche il ruolo di coordinatore del Tavolo, al quale parteciperebbe anche il professor Gianni Vaggi in qualità di esperto della materia. Gli studenti a loro volta sono chiamati a indicare quattro componenti o dottorandi che, dicono i Giovani per la Palestina, dovrebbero essere tre di loro più un senatore dell’Udu (l’organizzazione studentesca largamente maggioritari), con ogni probabilità Alessandro Miceli che ne è anche il segretario. «Ateneo studenti ha provato a inserirsi sostenendo che tra i quattro ci sarà anche la loro senatrice, ma qui al presidio non li abbiamo mai visti», dice Paolo Sestu di Giovani per la Palestina. Nomi a parte, gli studenti chiedono che si specifichi compiti e funzionamento del Tavolo. «Non è chiaro il ruolo e la figura del coordinatore – dice Portaro – e chiediamo che le delibere del Tavolo vengano votate nella seduta di luglio del Senato accademico». La proposta del rettore prevede anche la «concessione di un’aula per attività coerenti con la predisposizione di quanto utile al “Tavolo di Lavoro” e per la durata a ciò necessaria» e il «non utilizzo di spazi e cortili per eventuali assemblee che coinvolgano persone esterne all'Università di Pavia». Sull’occupazione del rettorato e dei cortili gli studenti tengono a sottolineare: «Non abbiamo danneggiato nulla, come successo altrove, siamo stati educatissimi. Puliamo il pavimento ogni due giorni, disinfettiamo i materassi. Anche l’altro cortile è pulito e credo che questa nostra attenzione sia una cosa molto bella».