«Il taser è per la nostra sicurezza». I vigili di Pavia verso lo stato di agitazione
PAVIA. Dopo lo stop al taser, gli agenti della polizia locale di Pavia (primo capoluogo lombardo ad adottarlo) preparano le contromisure: «Pronti allo stato d’agitazione», cioè il passaggio intermedio che anticipa l’eventuale sciopero. Lo afferma Giovanni Latiano, sindacalista di Uil Fpl che ieri mattina ha indetto un’assemblea animata da una trentina di operatori e operatrici della polizia locale: circa 70 gli agenti in totale. «È un dispositivo di difesa e deterrenza che garantisce la sicurezza degli agenti», aggiunge.
Succede dopo che l’assessore Rodolfo Faldini (Facciamo centro) ha sospeso in via temporanea l’uso del taser in dotazione ai vigili: si tratta della discussa pistola non letale appesa da tempo ai cinturoni di polizia e carabinieri che, al posto del proiettile, spara una coppia di dardi a 6-7 metri di distanza: trasmettono una dolorosa scossa capace di raggiungere i 50mila volt in base al modello, per neutralizzare soggetti potenzialmente pericolosi quando gli avvertimenti non bastano più.
Due le armi elettriche in dotazione ad altrettante pattuglie, formate da agenti (12 in servizio su tre turni giornalieri) che hanno seguito un corso apposito per maneggiarle: da quando sono state adottate – era aprile – non hanno ancora sparato.
«Per la sicurezza degli agenti»
La sala corsi del comando di viale della Resistenza è affollata da agenti, diversi i giovani: alcuni sono in borghese e altri in divisa, con i tipici gilet fosforescenti appoggiati sugli schienali delle sedie. L’atmosfera è carica di quel nervosismo che affiora quando si subisce una decisione non condivisa: «Gli agenti di polizia locale sono dei professionisti che sanno come si lavora, sospendere l’uso del taser vuol dire non avere fiducia nelle loro capacità – prosegue Latiano – la pistola elettrica è uno strumento di deterrenza per la tutela degli agenti. Nel tempo i compiti della polizia locale sono cambiati di pari passo con l’evoluzione della società: i servizi in appoggio a polizia e carabinieri stanno aumentando, e strumenti che prima non servivano adesso sono diventati necessari». Poi la provocazione: «Pavia è il primo Comune che ha deciso di tornare indietro e fermare l’uso del taser: se ritenuto inutile, che l’amministrazione tolga anche le pistole, ma smetta di far svolgere agli agenti compiti di pubblica sicurezza».
L’assemblea degli agenti è compatta nelle sue posizioni: la pistola elettrica è un deterrente utile ed efficace. Eppure qualche perplessità emerge: «Se viene usata contro persone con problemi cardiaci cosa può succedere? Chi difende gli agenti dalle conseguenze? Il modo in cui la sospensione è stata comunicata la è sbagliato, ma bisogna tutelare i ragazzi che ogni giorno lavorano in strada» dice una vigilessa, anche alla luce dei recenti fatti successi a Colle Isarco (Bolzano) dove un 42enne è morto per arresto cardiaco a seguito di un intervento dei carabinieri di Vipiteno, che hanno usato il taser. L’autopsia chiarirà eventuali correlazioni, ma nel frattempo si è riacceso il dibattito sulle controversie legate alla pistola elettrica adottata da più di 100 Paesi ma criticata da diverse associazioni e report, che ne hanno messo in dubbio la non letalità se rivolta contro persone dalla salute incerta o precaria. Perplessità condivise anche dalla giunta di Pavia e dall’assessore Faldini, che ha deciso lo stop.
L’assemblea dei vigili, tuttavia, non si è spaccata: «Non ci è arrivato nessun documento formale che motivi la sospensione del taser – conclude Latiano – Faremo richiesta di accesso agli atti per avere risposte ufficiali, e se necessario attiveremo lo stato d’agitazione».
La sperimentazione
Lo stop al taser è diventato un caso nazionale, con il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega) che si è scagliato contro la decisione di Faldini: ad aprile, il politico era a Pavia per l’avvio della sperimentazione e voluta dalla giunta Fracassi, con l’ex assessore alla Sicurezza Pietro Trivi (Lega) che ne aveva fatto un provvedimento-bandiera.
L’assessore Faldini: «È appena morto un uomo colpito da quest’arma, riflettiamo»
L’assessore alla Polizia locale Rodolfo Faldini (Facciamo centro) prende atto della posizione degli agenti ma tiene il punto: l’uso del taser va sospeso. «Pensavo che quanto accaduto nei giorni scorsi nei pressi di Bolzano, dove una persona è morta una a seguito di una scarica inferta da questo dispositivo, fosse una testimonianza sufficiente per avvalorare la nostra decisione» afferma il componente di giunta, citando i recenti fatti di Colle Isarco dove un 42enne è morto per arresto cardiaco dopo l’intervento dei carabinieri, che hanno usato il taser per sedarne l’aggressività: l’autopsia disposta dalla procura di Bolzano chiarirà eventuali correlazioni. «Prendo atto delle posizioni dell’assemblea e del sindacato che l’ha indetta, con il quale spero di avere presto un confronto nell’ottica delle corrette relazioni tra le parti, consuetudine che non voglio tradire. Nonostante ciò, restano in piedi le forti perplessità in merito alla dotazione di questo dispositivo. Sono pronto a rendere conto della sospensione del taser e delle considerazioni politiche che l’hanno determinata anche in consiglio comunale». Lo stop temporaneo alla pistola elettrica è una delle prime misure introdotte dalla giunta del sindaco Michele Lissia, che in precedenza aveva dichiarato di voler inaugurare un nuovo corso puntando sulla prevenzione del disagio sociale e sul controllo del territorio, piuttosto che sulla repressione securitaria.