«Devi pagare o ti ammazzo davanti a tutti». Minacce e pestaggi, la regola degli usurai di Vigevano
Pestaggi con bastoni, pugni in faccia, macchine distrutte: una violenza inaudita sulle vittime, piccoli imprenditori e commercianti, che si erano rivolti agli indagati per prestiti di poche decine di migliaia di euro. È quanto emerge dalle carte del primo filone di indagine su un presunto giro di usura a Vigevano, che a marzo aveva portato agli arresti di due persone, Robert Ferataj, 55 anni, e Kujitim Gecaj, 40 anni, entrambi di origine albanese e residenti a Vigevano, e alla denuncia di altre due.
[[ge:gnn:laprovinciapavese:14462533]]
Il racconto delle vittime e le intercettazioni telefoniche hanno permesso ai carabinieri di ricostruire un quadro di intimidazioni, minacce e violenze che, secondo gli inquirenti, avrebbe consentito al gruppo di presunti estorsori di portare avanti, a lungo, un’attività illecita di prestiti fuorilegge attraverso la paura delle vittime. «Ti ammazzo qui davanti a tutti, anche in piazza Ducale», diceva, secondo l’accusa, Ferataj a un dentista che, in difficoltà economica, si era rivolto a lui per avere 10mila euro.
[[ge:gnn:laprovinciapavese:14446806]]
Gli interessi fuorilegge
Soldi che sarebbero stati consegnati, secondo l’accusa a gennaio di quest’anno e che già alla fine del mese erano stati chiesti indietro ma con interessi da capogiro: il dentista doveva restituire 15mila euro, altrimenti sarebbero stati guai. Non potendo pagare, a febbraio la vittima sarebbe stta costretta a cedere la sua automobile a un altro indagato (George Andrej) a un prezzo sottocosto di 5mila euro. Un prestito uguale, di 10mila euro, è quello concesso a una panettiera di Vigevano, che ha spiegato ai carabinieri di essersi rivolta al gruppo perché era in difficoltà economica e non riusciva a mandare avanti l’attività. La donna riceve i soldi nella sua attività commerciale a settembre del 2023 e ai primi giorni di febbraio dell’anno dopo le vengono chiesti indietro 15mila euro, da dividere in quattro rate mensili da 2mila euro ciascuna, con una rata finale di 7mila euro. Soldi che, nonostante la situazione, la commerciante è riuscita a restituire.
I pestaggi
Non ce l’ha fatta a ridare i soldi, invece, un altro imprenditore di Vigevano, che aveva ricevuto dal gruppo a inizio dicembre 2023 la cifra tutto sommato modesta di 3mila euro, lievitata a 4.500 euro in un mese. Alla fine di dicembre avrebbe dovuto restituire il denaro, ma non è riuscito a ridarli. E allora sono scattate le violenze. Tre pestaggi con il manganello e minacce di questo tenore: «Ti butto giù dal ponte», «Vengo a prenderti sotto casa e ti mangerò vivo», «Io non ti crederò anche quando sei morto, prenderò i soldi anche al cimitero», «Quando sei morto, ti farò così, pezzi pezzi».
L’accusa di estorsione
Proprio in relazione a questa vittima nello stesso filone di inchiesta risulta indagato, per l’accusa di estorsione, anche l’imprenditore di Vigevano Marco Pagliari, in carcere da una settimana con l’accusa di avere avuto un ruolo nella cessione di prestiti fuorilegge ad altri due imprenditori, uno dei quali sarebbe stato costretto a vendere il suo capannone. Le accuse nei confronti di Pagliari sono ancora da dimostrare, ma per la procura il 54enne, titolare di una ditta di carrelli elevatori, nel primo filone d’indagine sarebbe subentrato nel credito vantato da Ferataj nei confronti dell’imprenditore vittima dei pestaggi. Sarebbe stato proprio Ferataj, un giorno di marzo, a portare la vittima nell’ufficio di Pagliari.