Maugeri, ultimatum dei medici: «Pronti allo stato d’agitazione»
PAVIA. Ultimatum dei medici Maugeri: rinnovare il contratto per i dirigenti scaduto da quasi due anni o sarà stato d'agitazione, cioè il passaggio intermedio che prelude all'eventuale sciopero. È la decisione presa dall'assemblea nazionale indetta dai sindacati, che dal Piemonte alla Sicilia ha chiamato a raccolta i dipendenti degli istituti clinici fondati a Pavia, "cabina di regia" dell'incontro che ha approvato all'unanimità un documento da inviare ai vertici aziendali: le sigle attendono una risposta entro due settimane.
«Aumento nullo»
«Le organizzazioni sindacali hanno mandato di intraprendere tutte le iniziative di lotta per arrivare alla conclusione del rinnovo contrattuale, compresa la proclamazione dello stato d'agitazione e dello sciopero nazionale» si legge nel documento sottoscritto dalla Cgil, Cisl, Uil e dalle sigle di categoria Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Umi e Cimo. I sindacati riferiscono che all'assemblea ha aderito più del 50 per cento dei dirigenti Maugeri.
Anche il sindacato di base Usb (che sta conducendo trattative separate) si dice pronto allo stato d'agitazione. L'assemblea sindacale è stata convocata dopo quasi un anno di trattative cominciate a dicembre 2023, per rinnovare il cosiddetto contratto collettivo Maugeri entrato in vigore nel 2020, scaduto nel 2022 e destinato ai dirigenti assunti di tutte le cliniche del gruppo (21 sedi in tutta Italia): in tutto, circa 400 persone tra medici e altri dirigenti. Ma il lungo negoziato non ha portato a una mediazione: «L’azienda ci ha avanzato una proposta del tutto insufficiente per recuperare il potere d'acquisto perso in questi anni» spiega Luca Semeraro, sindacalista della Fp Cgil. «Nei suoi anni travagliati, Maugeri ha goduto della solidarietà dei lavoratori che si sono visti tagliare gli stipendi. Oggi che la crisi è superata, l'azienda li ringrazia così».
Stando a quanto riferito dai sindacati, l'incremento avanzato da Maugeri in trattativa è di 165 euro lorde: «Ma nei fatti l'incremento è pari a zero perché è una quota riassorbibile nei superminimi. Più che di una concessione si tratta di una barzelletta» afferma Mimmo Galeppi della Uil Fpl. «Invieremo il documento approvato all'azienda e aspetteremo fino al 14 ottobre. Senza risposte dopo quella data, siamo pronti a indire lo stato d'agitazione e ringraziamo i dirigenti che hanno partecipato all’assemblea, che ha incassato un’adesione superiore al 50 per cento». Giuseppe Monaco della Cisl medici aggiunge: «Impensabile risparmiare sui dipendenti mentre l’azienda pensa di aumentare le prestazioni erogate, il comportamento dell’azienda durante le trattative è inspiegabile».
«Il mercato è cambiato»
L’agitazione si è accesa in un momento in cui la concorrenza tra pubblico e privato si è riaccesa per via dei tanti concorsi pubblici di questi mesi. «Il mercato del lavoro è cambiato come le esigenze dei dipendenti, per questo il contratto di lavoro ormai scaduto è stato superato dall’attualità» afferma Francesco Falsetti del sindacato Umi. «Finora Maugeri non ci ha ascoltato e nel frattempo è cresciuta la concorrenza con il pubblico e gli altri ospedali privati accreditati». Anche il sindacato di base Usb ha alzato l’asticella del confronto: «I 165 euro proposti alla dirigenza sono una cifra ridicola, visto che la perdita del potere d’acquisto oscilla intorno al 15 per cento – dice il sindacalista Francesco Signorelli – recuperare questa percentuale è il nostro punto di partenza per ricominciare a trattare, senza risposte entro due settimane, anche noi siamo pronti allo stato d’agitazione». —