IL PUNTO DEL VENERDÌ - ZAZZARONI: "Una sconfitta assurda, quasi cercata" - DI CARO: "Il momento più complicato da quando i Friedkin hanno preso il club"
Ancora una volta la Roma rimedia una figuraccia in Scandinavia. Dopo Bodo, i giallorossi cadono anche contro l' Elfsborg . Una "sconfitta cercata", scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport: " Una sconfitta assurda, quasi cercata, una partita buttata, di quelle che possono far male. La Roma ha giocato al contrario risultando a lungo inguardabile" . Poche le colpe del tecnico, scrive invece Andrea Di Caro de La Gazzetta dello Sport: "Sarebbe ingeneroso scaricare ora tutte le colpe su un tecnico calato a Roma grazie alla forte spinta del suo agente Riso, molto vicino all'ex Ceo greca. La sensazione è che la Roma, attualmente priva di alti dirigenti di riferimento (c'è il solo ds Ghisolfi...), con un progetto buttato nel cestino appena cominciato e nonostante più di 100 milioni di investimenti sul mercato, viva una fase di grande confusione"
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT
Una sconfitta assurda, quasi cercata, una partita buttata, di quelle che possono far male. La Roma ha giocato al contrario risultando a lungo inguardabile. Ha tenuto palla, l’ha mossa con una lentezza e un’imprecisione imbarazzanti anche nei venti minuti finali quando i cambi (ritardatissimi) le hanno restituito una fisionomia accettabile. (...) Quando non gioca Dybala l’appeal si riduce sensibilmente: ho la netta consapevolezza che mi divertirò molto meno. L’ho fatto per dovere, rispetto dei lettori e curiosità. La curiosità derivata dalle scelte troppo conservative di Juric che ha messo Celik nei tre dietro (il braccetto mi ricorda soltanto il gesto), Abdulhamid sulla fascia e Shomurodov, che Mourinho chiamava Eldorino, al centro dell’attacco. Giusto la coppia di trequartisti Soulé-Baldanzi meritava un po’ di attenzione. Nel primo tempo il grigio ha prevalso sul resto e, nonostante un possesso palla da dittattura del gioco, la Roma è stata quella che ha tremato e subìto di più: il gol su rigore (giusto l’intervento del Var) e almeno tre occasioni chiarissime per gli svedesi. L’abuso di turnover si paga anche in Europa, soprattutto se le seconde linee sono tecnicamente distanti dalle prime. (...) Di nuovo deludente Soulé: al momento è soltanto una buona alternativa, sfasato Angelino. Si è cominciato a parlare di Roma soltanto intorno al settantesimo, non a caso Pellegrini ha centrato la porta e una traversa.
D'UBALDO - CORRIERE DELLO SPORT
Da Mourinho a Juric, passando per De Rossi, il problema della Roma resta sempre il gol. Ieri le conclusioni sono state poche, il portiere svedese è rimasto a guardare, solo una traversa di Pellegrini nel finale. Eppure solo nel primo tempo i tiri sono stati dieci, nessuno veramente pericoloso. I modesti svedesi dell'Elfsborg nella prima frazione hanno tirato cinque volte, sempre nello specchio della porta. Il problema è in fase offensiva, come negli anni passati. Vani i tentativi sui cross, con gli esterni che non sono mai andati sul fondo. Così è stato difficile scardinare la difesa degli avversari. Non è bastato il 75 per cento di possesso palla, sempre sterile. Soulè, Baldanzi e Pialli hanno sbagliato tanto, anche se sono stati i più attivi, ma è mancato l'ultimo passaggio. (...) La Roma è passata in svantaggio alla fine del primo tempo, con il rigore di Baidoo ed è diventato tutto più complicato. Nella ripresa Juric ha provato a metterci una pezza, inserendo gli uomini migliori. Dybala, Pellegrini ed El Shaarawy, con un centravanti vero, Dovbyk, al posto di Sho-murodov. Più peso in attacco, ma è cambiato poco. Gli svedesi, che valgono una squa-dra di seconda fascia in serie B, hanno fatto un figurone. (...)
A. DI CARO - LA GAZZETTA DELLO SPORT
Della serie: quando una società fa di tutto per complicarsi la vita e, alla fine, ci riesce. Si può sintetizzare così l'inizio di stagione della Roma, che ieri ha collezionato una figuraccia europea che complica il futuro in Europa League. Non c'era bisogno di questa imbarazzante sconfitta contro il modesto Elfsborg, che segue la fortunosa vittoria col Venezia al termine di una prestazione altrettanto brutta, per confermare che l'esonero di De Rossi dopo 4 partite sia stata una decisione inspiegabile, addirittura folle se si pensa al contratto triennale da quasi 9 milioni netti firmato in estate. D'altra parte era stato detto già da tutti nel mondo del calcio e confermato anche dai calciatori della Roma legatissimi al tecnico. La "genialata", da lei ispirata, è costata il posto alla Ceo Lina Souloukou e ha minato profondamente la credibilità gestionale dei Friedkin contestati dai tifosi traditi nel loro romanismo. Utilizzando lo stesso metro usato per De Rossi, oggi Juric dovrebbe essere già in bilico. A fine gara il tecnico croato, bontà sua, ha dichiarato di aver visto tantissime cose positive: gioco, azioni, occasioni, occupazione degli spazi. Meglio che non faccia un giro sui soda! dei tifosi, scoprirebbe analisi diametralmente opposte alla sua. Ma sarebbe ingeneroso scaricare ora tutte le colpe su un tecnico calato a Roma grazie alla forte spinta del suo agente Riso, molto vicino all'ex Ceo greca. La sensazione è che la Roma, attualmente priva di alti dirigenti di riferimento (c'è il solo ds Ghisolfi...), con un progetto buttato nel cestino appena cominciato e nonostante più di 100 milioni di investimenti sul mercato, viva una fase di grande confusione sotto tutti gli aspetti: societari, tecnici, tattici, ambientali. La proprietà americana, che in questi anni si è espressa solo attraverso comunicati, si trova nel periodo più complicato da quando ha acquistato il club. (...)