Con Gasperini una Joya infinita
Vedendolo giocare sembra di tornare indietro nel tempo. A quel signore portoghese che con il suo accento inconfondibile coniò quella che ormai può essere considerata una sentenza: «C'è una Roma con Paulino e una senza». Perché poi, questa considerazione ha trovato seguito. In De Rossi, nella piccola parentesi di Juric fino a Ranieri che più volte ha rimarcato l'importanza dell'argentino, rifacendosi proprio alle considerazioni originarie di Mourinho. Poi è arrivato Gasp . Che non è uno che ama particolarmente gli elogi ad personam. Quindi dimenticatevi il «c'è una Roma con Dybala e una senza» ma alla fine poco importa. Perché la stima, la considerazione, l'apprezzamento - al di là di uno «straordinario» scappatogli nel post-Sassuolo - il tecnico la dimostra con il minutaggio e con quelle quattro parole che valgono più di mille endorsement: «Sta bene, quindi gioca». (...) La duttilità e la qualità della Joya poi fa il resto. Al di là della posizione in campo è ormai il punto di riferimento offensivo della squadra. A tal punto che non si è fatto in tempo ad esaltarlo nel ruolo di centravanti che la partita seguente, Gasp lo ha riposizionato più largo con Ferguson centrale. E anche quando l'irlandese si è fatto male ed è subentrato Bailey , spesso il terminale offensivo è diventato il giamaicano e non Dybala. Che ha una peculiarità in questa squadra non indifferente: quando tira centra sempre (o quasi) la porta. (...) Contro il Milan c'è la possibilità concreta di rivederlo giostrare come centravanti. Gasp dovrebbe infatti propendere allo stesso assetto di Reggio Emilia. Dove Paulo è più portato a pestare l'area, come vuole il tecnico. (...)
(Il Messaggero)
