Padova, il business degli studentati: le due torri alla Stanga sono casa per 100 giovani

C’è un business in città che corre come un treno: gli studentati. Ci sono quelli finanziati direttamente dal pubblico (Regione e Università) per cercare di arginare il bisogno crescente degli studenti con minori risorse.

Poi ci sono i grandi fondi immobiliari, le società che hanno “fiutato” l’affare e sono pronte a rimodellare il volto di alcuni quartieri. Infine ci sono i piccoli e medi privati. Qualcuno cresce a vista d’occhio – come Bedstudent, ormai un player da tenere d’occhio – mentre i piccoli proprietari sembrano finire sempre più in fondo alla “catena alimentare” dell’abitazione universitaria.

A spiegarci come vanno le cose Massimiliano Piarulli e Angelo Pellegrino, i titolari di Bedstudent.

«Abbiamo letteralmente una valanga di richieste» confermano, «il primo mercato per noi è la Spagna – circa il 70% - poi Iran e Afghanistan, ma abbiamo un aumento importante di richieste anche dalla Cina: si tratta di studenti iper occidentalizzati, che parlano perfettamente l’inglese e fanno il bonifico in un lampo.

Tutti chiedono una camera singola con bagno che sia bella e funzionale. I costi medi sono di 640 euro al mese, tutto compreso, e noi abbiamo aumentato almeno del 10-15% rispetto all’anno scorso, senza ricevere lamentele».

I titolari di Bedstudent si rivolgono per il 90% al mercato straniero, una fetta della torta poco curata dai competitor privati molto grandi. Questi ultimi, ovviamente, dialogano prima di tutto con le istituzioni: Ateneo, Regione e Comune. Al momento la società gestisce 300 stanze che sono già operative, ma a fine anno saranno 500 e mediamente i ragazzi ospitati in un anno sono un migliaio.

Le torri

Una delle maggiori novità sono le torri di piazza Giovanni XXIII, a Padova 1. Appena hanno aperto le porte dei primi 15 monolocali, sono stati affittati in un batter di ciglio. Ad acquistare è stato il fondo Pitagora, realizzando 90 tra studio-apartment e stanze classiche di 40 metri quadrati che costano quasi mille euro al mese nella formula all inclusive di tutte le utenze.

A ben vedere è anche una soluzione che riqualifica un’area perché le due torri erano vuote da tempo, mentre la presenza degli studenti ha donato loro nuova vita. «Qui abbiamo puntato sull’efficienza energetica» rivela Pellegrino, «il resto lo fa il luogo: a Padova est c’è il prossimo sviluppo della città, tra tram e nuovo ospedale. Il secondo stralcio, altri 18 mini, è pronto a partire».

Nuove aperture

Bedstudent ha aperto inoltre Prato della Valle co-living, in via Marchetto da Padova: 15 stanze, tutte indipendenti; poi c’è Jazz co-living, inaugurato qualche mese fa dopo sei lunghi mesi di ristrutturazione, che hanno rivoluzionato l’interno dello stabile.

E poi 7 stanze con bagno nel rione San Gregorio (ex complesso Alleanza) che è il primo acquisto diretto della società che ha recuperato un piano (il primo) di uno dei caseggiati tra via Pellizzo e via Turazza. Era adibito ad uffici ed è stato trasformato in residenze per universitari.

Sembra di entrare in una vecchia casa fascinosa newyorchese, con colori grigio e tortora e la musica in sottofondo. In zona hanno già la gestione di numerosi appartamenti distribuiti in diversi palazzi dei nove condomini del complesso. Si tratta in questi casi per lo più di piccoli privati che hanno fatto il salto di qualità: hanno comprato e dato totalmente in gestione a Bedstudent. Poi c’è Villa Norma Co-living, in via Ginepri, alla Guizza, dove hanno aperto quest’anno 5 stanze e infine il Morgagni co-living, in via Morgagni, a un passo dall’ospedale e dagli istituti scientifici: 12 stanze già disponibili.

La gestione

Pensano a tutto Massimiliano e Angelo. Impossibile in due? Hanno dimostrato di no se si ha come alleata la tecnologia. «I sistemi gestionali con la tecnologia si semplificano moltissimo» spiega Massimiliano, «passavamo ore semplicemente a compilare entrate, uscite e registrazioni. Passo dopo passo abbiamo automatizzato a tal punto che adesso sappiamo tutto quello che succede in tempo reale: prenotazioni, uscite, manutenzioni».

Si lavora sette giorni su sette, almeno 13-15 ore al giorno, a volte – con i fusi orari – le mail arrivano nel cuore della notte: Massimiliano attaccato al suo cellulare, Angelo in mezzo agli artigiani del territorio, entrambi decisi a mettere un punto definitivo all’odiata improvvisazione dei padroni di casa.