È morto Roberto Brigato, anima del ristorante “La Cappa d’oro” di Stanghella
Il suo cuore ha smesso di battere alle 14.50 di sabato al Centro “Gallucci” di Padova. Paolo Brigato, 65 anni, da molti conosciuto come Roberto, è morto ieri dopo un ricovero, durato ben 18 mesi. Paolo era un ristoratore famoso, il titolare dello storico ristorante “La cappa d’oro” di Stanghella.
Locale che si affaccia sulla statale 16 “Adriatica” è noto anche con il nome “da Menache”.
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Una sosta imprescindibile per gli amanti della cucina di pesce; cucina con oltre 70 anni di storia, erede della trattoria del papà di Paolo, l’indimenticato Gino.
Le sue condizioni di salute si erano aggravate nelle ultime ore. Al suo capezzale nel momento del trapasso c’erano il figlio Marco, che dopo il suo ricovero ha preso la guida del ristorante, e la moglie Marilena.
Roberto lascia anche la mamma Maria, la sorella Isabella, la nuora Giulia, oltre al nipotino Enea, nato durante il suo ricovero. Difficile raccontare in due parole la parabola professionale e umana di Paolo “Roberto” Brigato, uomo generoso e appassionato, sanguigno, vero.
La sua fama di bravo ristoratore, ma anche di uomo di cuore e di valori autentici (a partire dall’amicizia) aveva superato i confini provinciali.
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I suoi clienti lo ricordano soprattutto in un’immagine che rimarrà iconica: ovvero mentre stava puntualmente chino davanti al grande camino, intento a cuocere il pesce alla griglia.
Nello stesso giorno magari Paolo si era alzato all’alba per andare ad acquistare la materia prima al mercato ittico. Sulla qualità era intransigente.
“La cappa d’oro” è stata più volte segnalata nelle guide del settore, riconoscimenti meritati soprattutto per lo stile che Paolo aveva saputo affermare, proponendo una lunga carrellata di antipasti legati alle prodotti trovati al mercato, l’immancabile risotto (la cui ricetta è sempre rimasta un segreto) e altre delizie. Paolo aveva già affiancato il papà quando, nel 1982, il locale venne ristrutturato con gusto dall’architetto Francesco Trevisan.
Nel suo lavoro il ristoratore, che pure aveva saputo inserirsi anche nella grande famiglia dei Ristorantori Padovani, ha sempre difeso lo spirito di accoglienza e di semplicità verso i clienti. Molti dei quali si fermavano piacevolmente anche nel dopocena per una chiacchiera in più. Andare alla “Cappa d’oro” era diventata un’abitudine familiare per molti. Ne sa qualcosa lo storico cameriere Luca Tamiazzo, che di par suo ha formato altri giovani colleghi…
Il ristorante già lo scorso anno aveva patito un grave lutto: la scomparsa a 52 anni della cuoca Angela. Paolo era appena stato ricoverato, un doppio duro colpo. «Porteremo avanti i suoi valori - assicura con parole commosse il figlio Marco - Questo lo dobbiamo a lui e a tutti quelli che con cuore sincero gli hanno voluto bene». —