Uccise i genitori, era capace di intendere e volere. Ora rischia l’ergastolo
Diletta Miatello è perfettamente capace di intendere e di volere. È questa la conclusione della relazione redatta dal medico psichiatra Alessandro Saullo sullo stato mentale di Diletta Miatello, 53 anni, imputata del duplice omicidio dei genitori avvenuto la notte del 27 dicembre 2022 a San Martino di Lupari.
L’opinione dell’esperto, nominato dal giudice dell’area penale Mariella Fino, si è basata su accurati test diagnostici che hanno riscontrato un disturbo della personalità, che non avrebbe però inciso sulla condotta omicidiaria.
Nessuno sconto di pena: Miatello, che è detenuta da quasi due anni nel carcere femminile di Montorio a Verona e accusata di duplice omicidio volontario, e potrebbe a questo punto rischiare una condanna all’ergastolo.
La donna finirà di fronte alla Corte d’assise la mattina di mercoledì 11 settembre.
Un passato difficile
La perizia psichiatrica del dottor Saullo, dirigente del Centro salute mentale di Gorizia, è stata richiesta dall’avvocato difensore, la penalista Elisabetta Costa, anche in seguito a rivelazioni della stessa imputata al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Marco Brusegan.
Durante un colloquio del novembre scorso, a indagini già chiuse, Miatello aveva rivelato una lunga storia di violenze subite dai genitori.
«Mio padre ci picchiava. Ma non la sberletta, ci dava anche calci e spinte», aveva spiegato al pubblico ministero. Quel plurale nelle sue parole includeva anche la sorella Chiara, che ha poi testimoniato di fronte alla magistratura che entrambe sono state vittime della veemenza del padre.
La ricostruzione del delitto
Una tragedia sicuramente con diverse sfaccettature, sfumature di un dolore e disagio cresciuto e maturato tra le mura di quell’abitazione di San Martino di Lupari dove si è poi consumato l’atto finale. Nello stesso periodo del delitto, la donna era anche seguita dal Centro di salute mentale di Cittadella.
La notte del 27 diembre 2022 sarebbe stata Diletta a uccidere la madre Maria Angela Sarto, 84 anni, massacrata con oggetti contundenti che hanno lasciato sul suo corpo e sulla testa 24 lesioni.
Il padre Giorgio Miatello, 89 anni, aggredito anche lui nel sonno, era stato colpito sia con un bastone che con vasi di terracotta. I cocci erano stati trovati tutt’intorno al corpo. Trovato agonizzante, l’uomo è sopravvissuto due mesi senza mai riprendersi fino alla morte, sopraggiunta il 28 febbraio.
Le accuse
A ritrovare i genitori era stata la sorella Chiara, arrivata all’abitazione di Galileo Galilei 17 per controllare lo stato dei genitori. Aperta la porta, di fronte a lei si materializza una scena dell’orrore. Diletta viene invece rintracciata nel pomeriggio della stessa giornata dalle forze dell’ordine in una camera d’albergo di Romano d’Ezzelino, a Vicenza, dove era stata arrestata.
L’ex vigilessa di San Martino di Lupari ha sempre negato ogni responsabilità nella vicenda, anche se era stata lei ad allontanare la badante la mattina della tragedia, mentre l’aggressione è collocata fra le 2.45 e le 3.45.
L’accusa a cui deve rispondere l’imputata è quella di duplice omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dall’averlo compiuto nei confronti dei famigliari. Un reato per il quale la Procura, all’udienza dell’11 settembre potrebbe chiedere il carcere a vita.