Le dimissioni di Sangiuliano, Speranzon: «Ora potrà difendersi, ne vedremo delle belle»
Raffaele Speranzon, senatore veneziano di Fratelli d’Italia, ha visto che il suo collega di partito Gennaro Sangiuliano si è dimesso dalla carica di ministro?
«Adesso ne vedremo delle belle».
In che senso?
«Se qualcuno va in giro con gli occhiali dotati di telecamera e scarica le chat dai telefonini, se qualcuno arriva a fare questo, forse qualche dubbio mi viene».
Quale dubbio? Che ci sia una regia?
«Questo lo vedremo, il sospetto che quella persona sia stata imbeccata può venire. Qualcuno ci ha giocato molto ma è un gioco pericoloso».
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Pericoloso per chi?
«Se questo diventa un metodo credo non ci sia da stare tranquilli».
Ora cosa succederà, secondo lei?
«Gennaro Sangiuliano, finalmente libero da responsabilità di governo, potrà fare tutte le denunce che ritiene senza rischiare di trascinare Giorgia Meloni e il Governo nelle aule di giustizia. E ripeto: ne vedremo delle belle».
Pensa che qualcuno pagherà?
«Penso ci siano stati comportamenti penalmente perseguibili. Non è solo in gioco la sicurezza dello Stato. Chiunque si procura a scopo di spionaggio politico notizie che devono rimanere riservate, è punito con la reclusione non inferiore a 15 anni».
Però al momento chi ha avuto una condotta censurabile è il ministro Sangiuliano, infatti si è dovuto dimettere.
«E la scelta da parte di Giorgia Meloni è stata immediata, ora c’è il nuovo ministro Giuli e sono convinto che continuerà l’ottimo lavoro che stava facendo Sangiuliano».
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Ottimo perché?
«Anche per tutto ciò che ha fatto per Venezia: in due anni è venuto nove volte. Ha sbloccato risorse importanti per la Biennale, per l’Arsenale. Inoltre è stato l’artefice della nomina, insieme a Giorgia Meloni, di Pierangelo Buttafuoco alla Biennale. È stato costretto alle dimissioni dopo una violentissima campagna mediatica che nulla ha a che vedere con il suo lavoro da ministro della Cultura».
L’ha visto di recente?
«Ci siamo visti all’Arsenale pochi giorni prima di Ferragosto. Una decina di giorni fa, invece, ero insieme a lui alle Gallerie dell’Accademia di Venezia per la presentazione della ricomposizione integrale del soffitto ligneo dipinto da Vasari».
Dunque le dispiace.
«Dal punto di vista umano mi dispiace molto, è stato un tritacarne mediatico devastante. Ora il Governo riparte con un uomo come Alessandro Giuli, che ha grandissime competenze. Un’ottima scelta da parte di Giorgia Meloni: tempestiva e perfetta nella forma e nella sostanza. E domani Giuli probabilmente comincerà proprio a Venezia il suo mandato. Però ci sono due cose che ci tengo a dire».
Vada con la prima.
«L’Italia non ha mai raggiunto questi risultati in termini di occupazione, entrate extratributarie, crescita economica, capacità di utilizzo dei fondi del Pnrr, ma quando si parla del Governo si preferisce il gossip. Assurdo».
E la seconda?
«L’ex ministro della Cultura del Pd Dario Franceschini si era portato a casa chiave la d’oro di Pompei del valore di circa 15mila euro. Adesso pare che l’abbia restituita. Ma siamo proprio sicuri? Non vorrei che l’avesse nascosta nella cuccia del cane, come fece qualche anno fa altra autorevole rappresentante del Pd».