Carovita da 186 euro al mese, pensionati veneti in piazza: «Il Governo non ci tutela»
I pensionati veneti scendono in strada – martedì 29 ottobre dalle 10 in piazza Cavour a Padova –per la manifestazione “Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”: protestano contro il governo Meloni.
L’aumento previsto dalla manovra è di 3 euro al mese per le pensioni minime, ma la spesa media mensile è rincarata di 188,36 euro in due anni, dal 2021 al 2023. A Padova sono 33.683 i pensionati che ricevono meno di 600 euro, precisamente 589,68 euro al mese.
E a molti tocca tagliare voci importanti come la salute e la spesa, oltre ad eliminare completamente gli svaghi, che sia una pizza fuori o il quotidiano perché anche informarsi diventa un lusso: «Quella del governo Meloni è una manovra iniqua, inadeguata, ingiusta che non tutela il potere d’acquisto né degli anziani né dei lavoratori, non prevede finanziamenti per la legge sulla non autosufficienza, promuove una fiscalità che premia solo alcune categorie senza pensare a chi, come i pensionati, subisce la tassazione più alta della media europea – scandisce Alessandro Chiavelli, segretario generale Spi Cgil – È una manovra che non investe adeguatamente sulla sanità, costringendo molti cittadini a rivolgersi al privato o a non curarsi».
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Per questo il sindacato porterà in piazza i pensionati da tutto il Veneto. E la protesta sarà contemporanea in altre regioni.
Il carovita
Al centro dell’indignazione c’è proprio il carovita. Secondo un’indagine della Cgil, l’inflazione esplosa nel 2022 e proseguita nel 2023, seppur con un leggero rallentamento, è costata in media quasi due mensilità ai pensionati.
«La rivalutazione non riesce a coprire gli aumenti – continua Chiavelli – Anzi. I tagli inferti dal governo nel 2022 e nel 2023 proprio alla rivalutazione, secondo le nostre analisi hanno comportato perdite nell’ordine di circa 7 mila euro per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo».
Le elaborazioni dello Spi Cgil sui dati Istat disegnano un quadro preoccupante perché confermano in modo chiaro l’impossibilità per le persone anziane di tutelare il proprio potere d’acquisto.
Un ultra65enne che vive da solo nel 2021 ha speso in media mensilmente 1.478,70 euro per tutte le voci ricomprese nel paniere: prodotti alimentari, bollette, trasporti, salute e quant’altro. Nel 2022, con un’inflazione a due cifre, ha speso 1.600,50 euro, quasi 122 euro in più al mese. Nel 2023 l’esborso è salito a 1.663 euro, circa 63 euro in più dell’anno precedente.
L’analisi del sindacato ha preso in considerazione anche una coppia di anziani per i quali in due anni (2022 e 2023) l’inflazione è costata circa 4.600 euro.
Pensioni povere e proteste
La spesa certificata dall’Istat e sostenuta dagli anziani dimostra che molti pensionati della nostra provincia sono stati costretti ad attingere ai propri risparmi o a richiedere piccoli finanziamenti per sostenere i costi mensili.
E il futuro è ancora più buio considerando che nel 2025 la rivalutazione sarà appunto attorno all’1% e non servirà in alcun modo a recuperare i rincari dei due anni precedenti.
«Saremo in piazza per protestare contro una manovra incapace di tutelare pensionati e lavoratori – sottolinea Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil Veneto – Le difficoltà economiche stanno creando situazioni insostenibili. Già dall’indagine sui dati Istat, per esempio, emerge che gli anziani negli ultimi anni hanno ridotto le spese per la salute. La Fondazione Gimbe ha segnalato che nel 2023 la quota di famiglie venete che rinuncia alle cure, spesso per motivi economici, è passata dal 6,4 al 7,4%. Intanto la popolazione invecchia ma non intravediamo in manovra nulla che possa invertire il trend della perdita di potere d’acquisto e dell’indebolimento dei servizi sul territorio».