Bovolenta, parla il papà di Marco morto nel Bacchiglione: «Era uscito sereno»
«Marco era aggrappato alla vita, non possiamo pensare che quella sera sia uscito di casa per compiere un gesto estremo. Crediamo che si sia trattato di un incidente». I genitori di Marco Breda, morto a 30 anni dopo essere finito con la sua auto nel Bacchiglione non credono che il loro figlio sia deliberatamente uscito di strada mentre stava percorrendo l’argine, la sera di una settimana fa.
«Per noi non era capace di un simile gesto» continua il papà Paolo «quella sera era uscito tranquillo, non c’erano state discussioni né aveva dato particolari segnali di malessere. In tasca aveva il telefono e il portafoglio, si era vestito bene come al solito. Doveva essere una tranquilla serata tra amici, invece non l’abbiamo più rivisto. Non ha lasciato biglietti né altri messaggi, si è comportato come al solito. Ovviamente saranno le autorità ad indagare e a trovare una spiegazione, ma questo è quanto ci sentiamo di dire noi, in questo momento, e per come conosciamo nostro figlio».
Marco, uscendo di casa, aveva raccontato che sarebbe andato da un amico a Noventa Padovana, dove però non è mai arrivato. In realtà non ha nemmeno preso la strada per Padova ma, una volta attraversato il centro di Bovolenta, dove la sua auto è stata intercettata da una telecamere di videosorveglianza, si è diretto verso Pontelongo, lungo via Argine Sinistro.
È su quella strada arginale che, poco dopo la frazione di Ca’ Molin, la sua Opel Corsa è uscita di strada dalla parte del fiume e si è inabissata nelle acque del Bacchiglione. Quando alle due di notte i genitori, allarmati per non averlo visto tornare a casa, hanno provato a chiamare Marco il cellulare era già irraggiungibile. Le ricerche sono durate cinque giorni, con un imponente dispiegamento di forze e di mezzi. Le prime indagini delle forze dell’ordine avevano appurato che il giovane non poteva essersi allontanato molto da Bovolenta e la ricerca infatti si è subito concentrata lungo il corso del fiume.
Già lunedì scorso i vigili del fuoco avevano individuato delle tracce sull’erba sull’argine, non lontano da dove poi è stata ritrovata l’automobile. Ma il fiume ingrossato dalle piogge dei giorni precedenti, l’acqua torbida e la forte corrente hanno reso difficili la perlustrazione.
I vigli del fuoco hanno usato più volte il gommone con l’ecoscandaglio, i sommozzatori si sono calati in diversi punti del fiume, sono stati usati i droni e un elicottero, ma anche le unità cinofile ed esperti in topografia. Mercoledì sera l’epilogo e la triste conferma, con il ritrovamento dell’auto, al cui interno c’era il corpo di Marco. Ora la salma è a disposizione della magistratura per accertamenti ed eventuali esami.
«Quel venerdì sera ha piovuto parecchio» continua il papà Paolo «la strada arginale è stretta, forse ha perso il controllo dell’auto. Anche gli amici con i quali ho parlato non si sanno spiegare quello che è successo. Ci sono stati tutti molto vicini in questi giorni difficili, in questa lunga attesa. Abbiamo sperato fino all’ultimo che Marco potesse essere da qualche parte, avremmo voluto riabbracciarlo. Purtroppo quando ci hanno confermato che Marco non poteva essersi allontanato da Bovolenta le speranze si sono affievolite. Nostro figlio stava attraversando un periodo difficile, come ne aveva avuti anche altri, ma aveva voglia di reagire e di superare anche questo momento. E poi aveva i suoi amici, ai quali era legato. Per quello venerdì scorso ci siamo preoccupati».
Infine un pensiero va alle tante persone coinvolte nelle ricerche: «Ringrazio di cuore tutti» conclude Paolo Breda «dalle forze dell’ordine ai vigili del fuoco, dalla protezione civile e a tutti coloro che ci hanno fatto sentire il loro calore umano e sostegno».