Il bomber biancoscudato accusato di violenza sessuale: «No a condanne anticipate»
Non smette di far parlare di sé il caso Liguori, esploso dopo la sentenza di primo grado del tribunale di Teramo, che lo scorso 10 ottobre ha condannato l’attaccante del Calcio Padova a tre anni e quattro mesi per violenza sessuale.
Un episodio che ha scatenato un dibattito acceso e una lunga serie di polemiche politiche e istituzionali, montate dopo la decisione immediata della società biancoscudata di continuare a far giocare il calciatore. Una scelta motivata anche e soprattutto da aspetti legali e che ieri ha trovato l’appoggio della Camera penale di Padova, di cui è presidente Paola Rubini.
Clamore mediatico
L’associazione che rappresenta gli avvocati padovani si è mossa in difesa del club ma soprattutto ha puntato l’indice contro il grande clamore mediatico suscitato dalla vicenda: «La Camera penale intende stigmatizzare con forza le modalità con le quali un recente caso giudiziario riguardante un giocatore professionista del Calcio Padova è stato presentato all’opinione pubblica dalla stampa e commentato da alcune personalità politiche con ruoli istituzionali il 15 e 16 ottobre scorso», si legge nel comunicato stampa intitolato “Informazione giudiziaria e rispetto della presunzione di innocenza”.
L’assessore Piva
«In particolare, un esponente della politica locale – nonostante la non definitività della sentenza, pronunciata in esito al primo grado di giudizio – ha ritenuto di dolersi del fatto che il calciatore non sia stato allontanato dai campi da gioco, auspicando la immediata sospensione della sua attività sportiva e lavorativa».
Il riferimento è alle dichiarazioni dell’assessora alla scuola Cristina Piva, alle quali la Camera penale ha ribattuto così: «Il decreto legislativo 188/2021, al fine di rendere effettiva, anche nella forma oltre che nella sostanza, la presunzione di innocenza sancita a chiare lettere dall’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, vieta espressamente alle autorità pubbliche di indicare come colpevole la persona sottoposta ad indagini o l’imputato “fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”.
Titoli enfatici e critiche scomposte apparse sulla stampa rischiano di alterare gravemente la percezione della Giustizia da parte della collettività e compromettono il diritto di difesa ed il rispetto dovuto a tutte le parti coinvolte nel procedimento o nel processo, inclusa la vittima del reato.
La Camera Penale disapprova affermazioni e commenti in contrasto con la presunzione di innocenza e ricorda che non si tratta solo di una regola di giudizio da applicarsi nelle aule giudiziarie ma di un principio di civiltà e di condotta che tutti devono rispettare, a maggior ragione se si tratta di autorità che rivestono cariche politiche».
In attesa della sentenza
A schierarsi al fianco dell’assessora Piva era stato anche il sindaco Sergio Giordani, dando il là anche all’ennesimo scontro politico con l’opposizione. Da parte sua, la società biancoscudata non ha mai voluto commentare la vicenda, al di là del primo comunicato inziale nel quale affermava che non avrebbe espresso valutazioni in merito fino all’ultimo grado di giudizio. Tradotto: finché non ci sarà una sentenza definitiva, Michael Liguori (il cui contratto va comunque a scadenza il prossimo 30 giugno) continuerà a giocare con la maglia del Padova.