Alpino di 22 anni si risveglia dal coma dopo l’incidente in moto. La madre: «Medici e infermieri fantastici»
VALVASONE ARZENE. La telefonata in redazione arriva poco prima delle 14 di giovedì 29 agosto e porta con sé una bellissima notizia.
«Sono la mamma di Matteo Dalla Pozza, il ragazzo che la scorsa settimana ha avuto un incidente in moto a Cividale: mio figlio è uscito dal coma, sta meglio. Sarà un percorso lungo, ma siamo fiduciosi. Vorrei fare dei ringraziamenti: tanti, tantissimi, ci sono stati vicino in questi giorni così difficili».
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14577469]]
Matteo, ventiduenne militare in servizio all’ottavo reggimento alpini di Venzone, era rimasto gravemente ferito nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 agosto, mentre stava provando la moto di un amico.
Era stato ricoverato all’ospedale di Udine. Giornate di ansia, quelle appena trascorse, per chi gli vuole bene, poi la luce dopo il buio: il ragazzo si è svegliato mercoledì 28 ed è stato trasferito nel reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale di Udine.
La madre, mentre ci racconta dell’affetto che ha ricevuto assieme al papà e alla sorella di Matteo, è comprensibilmente emozionata. «Voglio ringraziare i medici Federico Norante e Silvio Gandini, il reparto di anestesia e rianimazione 1 dell’ospedale di Udine – racconta la mamma di Matteo –: sono stati eccezionali. Lo sono stati anche gli alpini dell’ottavo reggimento di Venzone: è vero che le penne nere sono una grande famiglia, anche loro sono stati commoventi. Il sindaco di Valvasone Arzene Fulvio Avoledo e il consigliere regionale Markus Maurmair ci sono stati accanto, al pari di don Domenico e don Daniele, della nostra comunità. Così come gli scout di Valvasone, alla stessa maniera, e gli amici di Matteo: hanno organizzato gruppi di preghiera per lui».
«Voglio dire grazie anche ai miei colleghi dell’Azienda sanitaria di San Vito al Tagliamento, oltre a quelli di mio marito, che lavora alla Ispo 2 di Sesto al Reghena. Matteo tutto questo affetto l’ha ricevuto, l’ha sentito».
La strada non è finita, ma si intravede l’uscita dalle tenebre. «Grazie a Dio – prosegue la mamma del giovane alpino –, le cose stanno andando bene. Il percorso sarà ancora lungo, ma mio figlio è sveglio e muove gli arti. Senza il sostegno di tutti non ce l’avremmo fatta».