Zona libera del Friuli orientale: la cerimonia per l’ottantesimo anniversario
Con una cerimonia intensa, partecipata e stavolta ancora più solenne, a sottolineare l’ottantesimo anniversario dell’eroica difesa della Zona Libera del Friuli Orientale e della feroce rappresaglia nazifascista, le comunità di Faedis e di Attimis hanno ricordato una dolorosa pagina di storia, sfociata nell’incendio di Nimis, Attimis, Subit e Faedis.
La resistenza e la rappresaglia
L’area svincolatasi dal controllo degli occupanti si estendeva su circa 70 chilometri quadrati, comprensorio liberato e difeso, nell’estate del 1944, dalla divisione partigiana unificata Osoppo-Garibaldi Natisone: comprendeva Attimis, Faedis, Nimis, Lusevera, Taipana e Torreano di Cividale, per una popolazione complessiva di 20 mila abitanti. Il 27 settembre il territorio fu investito da un potente attacco di tedeschi, fascisti e cosacchi, con mezzi blindati e artiglieria; nella notte tra il 28 e il 29 settembre i partigiani furono costretti a ripiegare e si scatenò la vendetta dei nemici, che appiccarono il fuoco nei paesi.
La commemorazione
Come da tradizione annuale le amministrazioni di Attimis e Faedis hanno promosso – in quest’ultima municipalità – un momento commemorativo, in collaborazione con il Comitato provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, l’Associazione partigiani Osoppo e l’Istituto friulano per la storia del movimento di Liberazione e con il sostegno della Regione. Alla deposizione di corone è seguito un corteo fino al monumento ai caduti nella piazza di Faedis, dove si sono tenute le allocuzioni delle autorità.
All’intervento del sindaco Luca Balloch sono seguiti i contributi di Vojko Hobič, presidente di ZZB Kobarid, Antonella Lestani, presidente regionale dell’Anpi, Roberto Volpetti, presidente dell’Apo, e della senatrice Pd Susanna Camusso, cui è stata affidata l’orazione ufficiale.
«Ricordiamo – ha esordito – le Zone libere non solo per dovere di memoria, perché dobbiamo conoscere le nostre radici e le scelte che i partigiani coraggiosamente presero per ridare libertà a tutti, ma anche perché quelle conquiste sono fragili. Vanno sempre curate e difese: bisogna evitare che questa storia venga raccontata in modo diverso, sottraendo il suo valore primo e fondamentale, quello di averci restituito la democrazia. La Zona Libera del Friuli Orientale è stata non solo un atto di coraggio di un territorio, ma anche, nelle sue forme di autogoverno, l’anticipazione del progetto di Paese delle formazioni partigiane».
Esempi di eroismo da tramandare
Concetti analoghi vengono evidenziati dalla segretaria regionale del Pd Caterina Conti: «L’unità delle forze che hanno fatto dell’antifascismo un valore supremo – dichiara – è stata un punto fondamentale della Resistenza e del successivo sviluppo democratico dell’Italia. Straordinari esempi di questo sforzo comune si ebbero anche in Friuli Venezia Giulia, dove pure si fronteggiarono posizioni e ambizioni divergenti, dal punto di vista territoriale, politico e ideologico. Quegli atti di eroismo e sacrificio dovrebbero insegnare pure al nostro tempo che le divisioni e i piccoli egoismi aprono le porte all’arroganza di avversari spregiudicati, all’erosione dei pilastri dei diritti e delle libertà».
Di «lezione di forza e generosità» parla la senatrice Pd Tatjana Rojc, che definisce l’esperienza della Zona Libera un patrimonio da «conservare gelosamente e da tramandare alle nuove generazioni». «Da qui – rimarca – dobbiamo sostenere e far progredire un processo di pacificazione in questa nostra terra di confine, anche attraverso il rispettoso dialogo tra Anpi e Osovani, di cui oggi abbiamo avuto un esempio. Nulla dev’essere dato per scontato, né può essere permessa la revisione della grande riscossa popolare che ha ridato dignità all’Italia dopo la dittatura e una guerra sciagurata».
Sottolinea il significato profondo di un impegno condiviso per la memoria («importante perché richiama il valore unitario della Resistenza») anche il sindaco di Attimis, Maurizio Malduca, lieto dell’ottimo riscontro del “Percorso della Memoria” promosso, sabato, nel suo Comune: «Vi ha partecipato una settantina di persone, tanto che intendiamo – anticipa il primo cittadino Malduca – riproporlo, con l’obiettivo di renderlo un appuntamento fisso».