Ammanchi dal conto di un anziano: donna condannata per circonvenzione
È accusata di essersi procurata quasi 50 mila euro abusando delle condizioni di fragilità psico-fisica di un uomo udinese di 94 anni. Per questo Antonella Udorovich, 56 anni, è stata condannata dal giudice del tribunale di Udine, Roberto Pecile, a due anni di reclusione e a 300 euro di multa.
La donna era difesa dall’avvocato Piergiogio Bertoli che ha già annunciato di voler proporre appello. «La vicenda è complessa – ha ammesso il legale di Udorovich – e se l’imputata è stata oggetto di qualche regalia da parte dell’anziano, quest’ultimo ha agito in piena consapevolezza».
Diversa la posizione del vice procuratore onorario Valentina Aversa (ha proposto una condanna a due anni per la donna), che ha elencato tutta una serie di regali e di somme di denaro che l’imputata e la figlia di quest’ultima avrebbero ricevuto tra il 2016 e il 2019.
Tra questi ci sono un personal computer del valore di mille euro, un abbonamento a internet per il telefonino e un assegno circolare del valore di 2.400 euro intestato al monte dei pegni per il ritiro di preziosi impegnati in precedenza.
Spese di cui è rimasta traccia e riconducibili in maniera diretta a Udorovich o alla figlia, con l’imputata, però, che ha assicurato di aver restituito ciò ha definito essere «un prestito».
Nel capo di accusa, però, si fa riferimento a diversi altri movimenti “sospetti” dal conto dell’anziano (ottenuti anche con la promessa di prestazioni di tipo sessuale) compresi gli importi mensili della pensione per le annualità 2017, 2018, 2019, per oltre 40 mila euro. Cifre che però Bertoli non ritiene siano associabili alla figura della sua assistita.
«Non c’è alcuna evidenza di un tanto», ha sottolineato il legale. A presentare querela era stata la figlia dell’anziano, dopo essersi accorta di uscite inusuali dal conto corrente del padre. Nonostante la procura avesse ritenuto di archiviare la vicenda, il gip del tribunale l’ha invece rimandata al dibattimento in aula.
«È stata la figlia dell’anziano a chiedere un ulteriore approfondimento, che però non ha aggiunto nulla – ha chiarito Bertoli –. Dagli accertamenti effettuati è emerso come il novantaquattrenne fosse una persona autonoma almeno fino alla pandemia da Covid. È mia convinzione che l’uomo potesse quindi disporre del suo denaro a piacimento».
Dopo che la figlia si è imbattuta nei movimenti “sospetti” sul conto corrente del padre, però, quest’ultimo, «messo alle strette», come ricostruito da Bertoli, avrebbe puntato il dito contro Udorovich, «non uno stinco di santo, con qualche precedente, ma mai per reati di questo tipo» ha chiuso Bertoli nella requisitoria, proponendo l’assoluzione per la sua assistita.
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