Da Forgaria alla Norvegia: ecco la bottega friulana all’estremo Nord
Galeotto fu un incontro, destinato a cambiare drasticamente una vita (ma non a spezzare il legame con il Friuli). Se il forgarese Bruno Luigi Chitussi, 79 anni fra pochi giorni, e i suoi discendenti sono oggi «i friulani più a nord d’Europa», come amano definirsi, lo devono a un colpo di fulmine a latitudini estreme: parliamo di 60 anni fa, quando l’allora ragazzo Chitussi, che per diletto suonava in un complessino musicale, ricevette da un amico di Pinzano l’irrinunciabile proposta di una “tournée” in Norvegia.
I giovani della band non ebbero esitazioni, la prospettiva era troppo allettante: e allora via, armi e bagagli al seguito, partirono per l’avventura, determinati a godersi la trasferta.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14689293]]
Per uno di loro, Bruno Luigi appunto, quel viaggio si trasformò però in un trasferimento permanente. «Si innamorò di una norvegese: il resto venne da sé», racconta il sindaco di Forgaria, Pierluigi Molinaro, che conosce bene tutta la famiglia Chitussi e che nei giorni scorsi ha incontrato nonno e un nipote (Matteo) in quel di Forgaria, dove Bruno Luigi torna di frequente, spesso accompagnato dai suoi cari.
Dopo il matrimonio, Chitussi si stabilì a Narvik, abitato che sorge 200 chilometri a nord del Circolo polare artico, nella contea di Nordland: «Bruno – ricostruisce ancora Molinaro – imparò la lingua e avviò un’attività commerciale nella cittadina, che vive soprattutto di turismo, dal momento che vi attraccano le navi da crociera che propongono gli itinerari nei fiordi.
Il lavoro prese la piega giusta e in breve tempo, così, al primo negozio seguirono altri, di abbigliamento e souvenir: e fuori da ognuno di essi, da sempre, sventola la bandiera del Friuli».
Indizio di un attaccamento forte, trasmesso ai figli Robert e Trond (il quale per sposarsi ha scelto San Daniele) e ai nipoti, per i quali Forgaria è la seconda casa: «Robert – spiega sempre il sindaco – ha seguito le orme del padre e si occupa dunque della catena di punti vendita.
Trond, invece, fa il personal trainer e organizza con cadenza periodica viaggi per i suoi clienti, che porta in Friuli, in visita al paese d’origine del nonno, alla Val d’Arzino e al Sandanielese in primis, per poi allargare il raggio alle principali città della regione, da Udine (è un gran tifoso dell’Udinese, dunque la sua presenza in loco include di solito una tappa allo stadio) a Trieste; le escursioni si allargano a volte fino a Venezia.
Torna parecchie volte nel corso dell’anno. E l’ultima generazione ha assorbito il profondo amore per la terra natale del nonno, tanto che sulla tuta rossa che a Narvik rappresenta la divisa studentesca per la festa dell’esame di maturità Matteo (che parla meglio il friulano dell’italiano) ha cucito proprio il simbolo del Friuli».
Tanti gli aneddoti connessi a questo radicatissimo senso di appartenenza: una volta Bruno Luigi ha lasciato di sasso due friulani che, entrati in un suo negozio, si sono sentiti salutare in marilenghe.
Di recente, poi, in una delle attività di Chitussi sono comparsi gli alpini della Brigata Taurinense, in Norvegia per un’esercitazione: «Bruno – racconta il sindaco di Forgaria, cui l’episodio è stato riportato – ha chiesto, in friulano ovviamente, se tra loro ci fosse qualche conterraneo: ne ha trovato uno, con il quale ha potuto scambiare qualche chiacchiera nella lingua madre.
E visto che lassù altri italiani non ce ne sono, nel tempo è diventato un punto di riferimento anche per le forze dell’ordine, come interprete, per le traduzioni in norvegese».