Tre allegri ragazzi morti, arriva la mostra che celebra i 30 anni di arte e creatività del gruppo pordenonese
Una mostra straordinaria, unica ed esclusiva, la prima antologica della band, che corona il legame fra i Tre allegri ragazzi morti e la loro città, nella location perfetta, il Palazzo del fumetto di Pordenone, realtà unica nel panorama della nona arte. Un viaggio tra immagini, oggetti, disegni originali, musica, strumenti e video, che trasporta il visitatore nel mondo fantastico e visionario del gruppo mascherato per antonomasia e del loro iconico leader senza volto. Ovvero il musicista e fumettista Davide Toffolo, che martedì 5 novembre l’ha illustrata alla stampa come un ideale Botticelli che spieghi pezzo per pezzo la collezione delle sue opere agli Uffizi: «Qui c’è il nostro mondo». “Tre allegri ragazzi morti expo” il titolo della mostra, curata da Paola Bristot, aperta da giovedì 7 novembre al 9 marzo 2025.
Omaggio alla città
Un ritorno alle origini per il gruppo pordenonese formato dal frontman, dal bassista Enrico Molteni e dal batterista Luca Masseroni, in occasione dei trent’anni di attività. Un omaggio alla città che li ha visti nascere e crescere professionalmente, ma anche un omaggio della città stessa a una delle punte di diamante della sua espressività artistica, un «compendio – come l’ha definito il vicesindaco reggente Alberto Parigi – e un manifesto della creatività e dello spirito underground ed eclettico di Pordenone, che sa mescolare le arti, in questo caso musica e fumetto, grazie a uno dei gruppi che oltre alla musica ha saputo creare immaginario, poetica, narrativa e visione. E il cui legame con la città si rafforza tramite il titolo del suo ultimo album, “Garage Pordenone”».
Mondi fantastici
In cinque sale, i disegni, le grafiche e gli stessi fumetti fanno da filo conduttore alla scoperta dell’immagine che da sempre contraddistingue i Tarm, grazie all’innata capacità di Toffolo di scrivere, disegnare e creare mondi fantastici, onirici. «La mostra – ha rimarcato la curatrice – segue le varie tappe di cui la carriera della band si è contraddistinta, un percorso attraverso una carriera che si estrinseca attraverso la simbologia, a partire dalla maschera». Simboli, ma anche successi, come quelli che la band ha inanellato in questi tre decenni: 1.500 concerti in Italia e all’estero 20 dischi prodotti, altrettanti i videoclip, la fondazione dell’etichetta indipendente La Tempesta Dischi.
A tutto ciò si aggiunge un corollario connesso ai fumetti, ai disegni, alla grafica della comunicazione del fenomeno Tarm. Fumetto e musica, due delle tante forme artistiche uscite dalla grande fucina che fu il Great Complotto. La band ha riservato al Palazzo del fumetto e ai visitatori Garage Dub, la versione dub dell’ultimo disco realizzata da Paolo Baldini DubFiles, colonna sonora della mostra: il vinile, a tiratura limitata di soli 300 esemplari, sarà acquistabile solo a Pordenone e solo per la mostra stessa. L’album contiene anche il singolo inedito “La nuova canzone per me”.
Catalogo cult
Per l’occasione, ha rimarcato il presidente del Palazzo del fumetto, Marco Dabbà, è stato realizzato un catalogo “cult”, che in 128 pagine racchiude 30 anni di lavoro dei Tarm. Approfondisce i contenuti e riproduce ogni opera esposta. In un volume unico e già ricercatissimo, anche i contributi eccellenti di molti compagni di viaggio della band, oltre a interventi prestigiosi come quelli di Igort, autore di fumetti e art director di Linus e di Oblomov editore, gli scrittori Tullio Avoledo e Giulia Blasi, Barbara Baraldi, scrittrice e direttrice di Dylan Dog, il cantautore Vasco Brandi.
L’orgoglio del protagonista
Immancabilmente mascherato, Davide Toffolo, fiero cicerone, prima di dare inizio alla visita guidata si è detto «felice per la realizzazione di questa mostra, che non sarebbe stata facile se non ci fossero stati il Palazzo del fumetto e il Comune di Pordenone, che ha immaginato questo come un posto possibile. E se non ci fosse stato un gruppo di lavoro così figo, incredibile: le idee contenute in questa esposizione sono tante ed espresse al massimo delle potenzialità. Ringrazio di cuore queste persone. E ora facciamoci il giro, che dura 30 anni. Spero abbiate abbastanza tempo...».