Ticket Venezia, il mondo intero guarda la città lagunare
Il mondo guarda Venezia. Su questo punto, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro aveva ragione quando ragionava con i giornalisti della stampa estera sul contributo d’accesso.
Il 25 Aprile per la città non sarà più solo il giorno della festa per l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, o il giorno della Festa di San Marco, patrono di Venezia, o la giornata del bòcolo, il bocciolo di rosa che per tradizione a Venezia si dona alle donne che si amano.
Il 25 aprile 2024 sarà ricordato anche come il giorno in cui a Venezia ha preso il via il contributo d’accesso, sistema sperimentale introdotto per regolamentare i flussi turistici, per cercare di spalmare gli arrivi in una città soffocata da un turismo massificato che desertifica e toglie risorse, residenti, forze, idee e socialità.
Che funzioni o no lo dirà il tempo. Probabilmente non basteranno i 29 giorni di sperimentazione calendarizzati dall’amministrazione quest’anno.
E non basterà nemmeno quest’unico provvedimento sui flussi per risolvere il problema, se non si mette al centro Venezia e i suoi residenti.
Intanto si parte, con una città come sempre divisa in due così come lo è per il Mose, la salvaguardia, la residenzialità e, appunto, il turismo.
Il partito degli scettici pone quesiti puntuali a partire dalla critica al nome scelto (contributo d’accesso) per un provvedimento che assomiglia molto di più a un biglietto d’ingresso che implicitamente dà un diritto ulteriore a chi lo acquista di godere della città come meglio crede.
L’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari non le ha mandate a dire, sottolineando la sua totale contrarietà al provvedimento, invitando provocatoriamente tutti a non pagarlo.
«Perché voglio vedere di fronte a qualsiasi giudice come fanno a sostenere la legittimità di una tassa di ingresso nella città», ha sottolineato. Posizione condivisa dal ministro del Turismo Daniela Santanchè che ha sempre detto no «all’uso della tassazione per gestire il turismo».
L’accusa più forte all’amministrazione è quella di aver escogitato un nuovo balzello che, se da un lato, porta soldi alle casse comunali, dall’altro sembra un semplice pannicello che non risolve un problema - il turismo di massa - che non attanaglia solo le città d’arte, come dimostra la rivolta dei residenti delle Canarie.
La mancanza di un tetto limite alle entrate giornaliere probabilmente è il tallone d’Achille di un regolamento che cerca di scontentare il meno possibile tutti, a partire dalle categorie economiche.
Così come sotto accusa è finita la mancanza di una norma (peraltro esiste già uno strumento legislativo) che metta ordine alla giungla degli affitti turistici.
Su entrambe le questioni Brugnaro ha deciso, come sempre, di tirare dritto. Etichettando i contrari come il partito del no. Atteggiamento che porta consenso ma ostacola la crescita condivisa di una idea di città.
Il sindaco dice di averci messo la faccia sul contributo. E che nessun altro sindaco ha mai fatto ciò che sta facendo lui. Di questo bisogna dargli atto.
Ma il mondo guarda Venezia. Da sempre per la sua bellezza. Da domani anche per il ticket sul turismo. Tutti già pronti a dividersi in pro e contro. Speriamo solo non contro il suo bene