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Апрель
2024

Accoltellò la moglie affetta da demenza,  novantenne condannato a tre anni e 4 mesi

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Accoltellò la moglie affetta da demenza, 


novantenne condannato a tre anni e 4 mesi

foto da Quotidiani locali

Una coltellata al fianco della anziana moglie, affetta da demenza senile. Per aiutarla a porre fine alle sue sofferenze, prima di commettere lo stesso gesto estremo e porre fine alla propria vita. Un intento però che non solo non è andato a buon fine dal momento che la donna, pur ferita gravemente, è riuscita a salvarsi.

Ma che è stato addirittura interrotto dalla figlia, arrivata nel frattempo nella casa della coppia allarmata da telefonate ambigue.

In tribunale

La vicenda, drammatica e dolorosa al tempo stesso, risale al maggio del 2021 a Cavarzere e si è conclusa il 24 aprile mattina nel Tribunale di Venezia dove è stata emessa la condanna a 3 anni e quattro mesi, in sede di giudizio abbreviato, a carico di T.C., 90enne attualmente in casa di riposo. Per lui, l’accusa avanzata dalla pubblico ministero Daniela Moroni era di tentato omicidio nei confronti di sua moglie.

Inutile il tentativo della difesa dell’anziana, rappresentato dall’avvocato Valentina Calzavara, di derubricarla in omicidio del consenziente, fattispecie in cui si fa rientrare il caso di qualcuno che provochi la morte di un’altra persona con il suo consenso.

La scelta della coppia

Per come ricostruito nel corso del procedimento, i due avevano deciso di farla finita insieme.

Quel 17 maggio di tre anni fa l’uomo, incensurato e classe 1934, aveva chiamato la figlia dicendole di presentarsi a casa l’indomani. Quest’ultima, nata dal precedente matrimonio, si era allarmata e poco dopo aveva raggiunto l’abitazione della coppia.

Trovandosi di fronte alla donna in una pozza di sangue. Immediatamente erano stati chiamati i carabinieri e i soccorsi, che erano intervenuti sul posto e avevano salvato l’anziana, di un anno più giovane del marito e affetta da demenza senile.

L’intento di farla finita da parte di entrambi era emerso fin da subito, al punto che la donna, ancora lucida subito dopo essere stata ferita al fianco con un coltello, aveva confermato la circostanza. Per il marito non era nemmeno scattato l’arresto, né al processo c’erano state costituzioni di parte civile.

«Per come emerso nel corso del procedimento», conferma l’avvocato Calzavara che difende il 90enne accusato di tentato omicidio, «era stata la stessa signora a colpirsi per prima e poi a chiedere un aiuto per farla finita. Era emerso un atteggiamento autolesionistico della signora. Avevo chiesto una modifica del capo d’imputazione e una riqualificazione del reato in tentato omicidio del consenziente o in desistenza volontaria, dal momento che era stata chiamata la figlia».

La sentenza

Di diverso avviso il giudice per le udienze preliminari Benedetta Vitolo, che il 24 aprile ha emesso una condanna a tre anni e quattro mesi, concedendo all’anziano il vizio parziale di mente. Attualmente la coppia si trova in casa di riposo, affetta da problemi di salute.

«Una sentenza di condanna che non ci aspettavamo», conclude l’avvocato difensore, «ora vedremo insieme alla famiglia come comportarci e se presentare ricorso in appello»




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