Sanità del Veneto orientale, al privato oltre 420mila euro per abbattere le liste d’attesa
In un momento in cui la sanità pubblica è in forte crisi, tra personale che si dimette e concorsi che finiscono in un flop, il ruolo del privato convenzionato gioca un ruolo strategico nell’accorciare i tempi per l’erogazione di visite diagnostiche ed esami strumentali. Infatti, per abbattere le liste d’attesa in Veneto Orientale, più di 440 mila euro sono stati destinati all’acquisto di prestazioni dalle strutture private accreditate.
Come ogni anno, l’azienda sanitaria ha dovuto redigere il Piano Operativo Aziendale (Poa) e la Regione Veneto, dopo averlo approvato, ha riconosciuto all’Usl 4 - come a tutte le altre - l’80% dell’importo richiesto, ovvero un milione 311 mila euro.
Parte di questi, per l’appunto 440 mila euro, sono andati alle strutture private convenzionate, ovvero la Casa di cura Sileno e Anna Rizzola (18 mila euro), Casa di cura Giovanni XXIII a Monastier di Treviso (120 mila euro), Centro medico San Biagio a Fossalta di Portogruaro (200 mila euro), San Biagio a San Donà (4mila euro), Istituto Sherman B (55 mila euro), Poliambulatorio Caorlese (38 mila euro).
L’investimento ha ripagato l’azienda sanitaria che vede una diminuzione delle liste d’attesa, come ha confermato anche il direttore generale Mauro Filippi. «Il trend iniziato la scorsa primavera prosegue tutt’ora con una graduale e costante riduzione delle prestazioni in attesa».
La situazione appare positiva: nel periodo incluso tra il 23 maggio 2023 e il 24 settembre 2024 le ricette con priorità B (10 giorni) hanno mantenuto il rispetto della prescrizione e quindi non registrano alcuna attesa; le ricette con priorità D (30 giorni), in galleggiamento, sono passate da 4288 a 141 con una riduzione del 97%; mentre le ricette in galleggiamento con priorità P (90 giorni) sono passate da 8799 a 1720 con una riduzione del 80%.
Se poi si considerano solo i dati compresi tra metà agosto e metà settembre, il calo viene ulteriormente riconfermato e, anzi, si registra anche un’ulteriore diminuzione dell’1% per le prestazioni in attesa con priorità D e del 3% per quelle con priorità P.
«Il quadro della situazione è dunque buono, certo ci sono ancora margini di miglioramento ma non c’è dubbio che il piano attuato funziona e i numeri lo dimostrano; numeri che sono peraltro pubblici e disponibili in qualsiasi momento» prosegue Filippi, sottolineando come il monitoraggio sia costante, così come la condivisione con i sindaci, «in modo tale che questi restino un punto di riferimento sul territorio».