US Open 2024: quanta Italia a New York! Sinner, Paolini, Errani, Arnaldi e Cobolli per un angolo azzurro negli States
Cinque: tanti sono gli italiani che andranno in campo oggi a Flushing Meadows per una lunga e importante carrellata di terzi turni agli US Open 2024. La programmazione ha peraltro offerto una mano importante, poiché sarà possibile assistere a quasi tutto lo svilupparsi dell’azione con poca necessità di dover fare salti da un campo all’altro. Andiamo a vedere l’evoluzione di un giorno che segue la sparizione completa dal torneo dell’intero podio olimpico (Djokovic-Alcaraz-Musetti) in 24 ore.
Si comincerà alle 17:00 con Jasmine Paolini attesa all’apertura del programma sul Louis Armstrong Stadium. Per la toscana ci sarà l’ostacolo rappresentato dalla kazaka Yulia Putintseva, nativa di Mosca, ma che gioca per il Kazakistan dal 2012 in quello che era un autentico tempo di “campagna acquisti” dalle parti di Astana, che riguardava sia gli uomini che le donne. Le ultime fasi della carriera della ventinovenne sono state positive, anche perché, oltre a eliminare Noskova e Xinyu Wang a New York, ha trovato una notevole continuità di risultati da Birmingham (erba) in poi, tornando ad avvicinarsi a quello che fu il suo best ranking di numero 27. Resta da capire come si approccerà la toscana a questo incontro, dopo che di fatto il precedente non lo ha disputato, dal momento che non si può parlare di match giocato quando Karolina Pliskova si è dovuta ritirare dopo tre punti. C’è un precedente, e risale al primo torneo vinto dalla numero 5 al mondo, quello di Portoroz (o Portorose, che dir si voglia), in Slovenia: la toscana ce la fece in tre set. Di sicuro sta ormai iniziando a conoscere bene il Louis Armstrong Stadium, dato che finora ha sempre giocato lì.
Subito a seguire, c’è l’ormai abituale compagna di doppio di Paolini, vale a dire Sara Errani, che è chiamata alla sfida più complicata fino a questo momento, quella con la russa Diana Shnaider. Una sorta di rivincita olimpica, dato che si tratta di due delle quattro giocatrici della finale parigina nel doppio che ha dato l’oro alla romagnola e alla toscana. In singolare, però, le cose cambiano notevolmente: sebbene su questi campi il fattore Errani sia tornato a contare parecchio in termini di capacità di trovare mille soluzioni tennistiche, va rimarcato che Shnaider non solo, a vent’anni, è tra le più interessanti figure del tennis mondiale emergente, in virtù di un 2024 da tre tornei vinti e una semifinale di livello nel WTA 1000 di Toronto. Quanto a Sara, compiere quella che a oggi sarebbe una vera e propria impresa significherebbe tornare dopo 10 anni agli ottavi di finale, dopo un’annata nella quale ha dimostrato perfettamente che, al di là dei risultati, ha giocato il 2024 con una mente più libera, e questo si riflette anche in un gioco che continua a far capire quante e quali siano le sue qualità.
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Arriviamo poi all’unica situazione contemporanea, quella che, all’incirca nella prima serata italiana, sull’Arthur Ashe Stadium, vedrà tornare in campo Jannik Sinner. Il numero 1 del mondo è atteso dall’australiano Christopher O’Connell, con il quale ci sono due precedenti. Uno ebbe una storia retrostante particolare: Sinner aveva saltato le Olimpiadi perché in un momento di scarsissima fiducia, andò ad Atlanta, trovò il nativo di Sydney che lo sconfisse in due set. Jannik gli ha restituito il favore nello scorso marzo, agli ottavi di Miami. Oggi è evidente che il numero 1 del mondo è favorito, in quella che sarà la sua terza sessione diurna consecutiva a New York. Va però fatta attenzione a O’Connell, che ha eliminato in stile sia il cileno Nicolas Jarry (stagione disastrosa a livello Slam per lui) che Mattia Bellucci, impedendo di fatto la realizzazione di un derby in questi sedicesimi di finale. Lo sguardo, peraltro, va anche rivolto a ciò che succede oltre Sinner, con l’uscita di scena in 24 ore tanto di Carlos Alcaraz quanto di Novak Djokovic che pone tutta sulle sue spalle una pressione da favorito numero uno che, per la prima vera volta, si trova a dover gestire a questo livello. C’è un piccolo lato curioso: Sinner e Iga Swiatek, numeri 1 al mondo nelle due classifiche, finora avevano sempre giocato la stessa sessione. Stavolta la polacca (in un match non semplice contro la russa Anastasia Pavlyuchenkova) finisce in sessione serale, mentre per quella diurna c’è Jessica Pegula contro la spagnola Jessica Bouzas Maneiro, ultimamente abbonata ai colpi Slam.
Non prima delle 23:00, invece, di scena arriva Matteo Arnaldi, che si ritrova in una parte di tabellone diventata all’improvviso interessantissima con l’eliminazione molto anticipata di Alcaraz. Innanzitutto, il sanremese deve pensare a come disinnescare l’australiano Jordan Thompson, che non ha mai affrontato prima e che, dopo Wimbledon, ha deciso di giocare praticamente tutta la trasferta sul veloce nordamericano, sebbene con risultati piuttosto alterni. La situazione attuale fa ritenere che il ligure abbia i favori del pronostico dalla propria parte, anche per il tipo di gioco mostrato e una solidità che lo sta aiutando molto. Uno sguardo va obbligatoriamente dato anche a quel che può succedere in questo spicchio di tabellone, che vedrà un giocatore disputare la propria prima semifinale Slam di sempre. In molti pronosticano un altro aussie, Alex de Minaur, ma non si può escludere a questo punto assolutamente nulla, e ci sarebbe anche spazio per un numero importante di storie che passano dal lato tennistico a quello umano.
Luci a San Siro, cantava Roberto Vecchioni. Non sono proprio quelle di San Siro, ma New York con l’Arthur Ashe Stadium non è da meno. Sarà Flavio Cobolli a chiudere il programma in sessione notturna, e lo farà con la sfida più difficile tra quelle di cui finora si è parlato, contro Daniil Medvedev. Il russo è da tutti pronosticato come il vero ostacolo sul cammino di Sinner, ma in questa fase di stagione non sta esattamente brillando. A Montreal e Cincinnati è uscito subito, il che ha sollevato dubbi sulla sua condizione. Dubbi che, per il momento, appaiono mediamente dissipati dai primi due turni newyorkesi contro Dusan Lajovic (anche se il serbo un set l’ha vinto) e l’ungherese Fabian Marozsan, che a dire la verità troppo bene non se l’è giocata. Per Cobolli la cosa più complicata sarà sfondare il muro difensivo di Medvedev. Rimane però inteso che Cobolli ha bisogno di trovare una giornata buona. E tra la finale di Washington e i colpi messi a segno in Canada e nell’Ohio parecchie ne ha trovate. Il punto reale, però, è riuscire a fare i conti con un giocatore che è tra i più forti finora mai affrontati (di più c’è stato solo Alcaraz a Parigi lo scorso anno, ma Flavio al tempo partiva dalle qualificazioni), uno di quelli da cui si può comunque imparare parecchio in termini di come gestire una partita 3 su 5.