Salvoldi sul ciclismo italiano: “Finn ha grandi qualità. Presenti sul territorio, faremo un calendario più internazionale”
A conclusione della rassegna iridata e nel finale di stagione è sempre tempo di bilanci, quindi ne abbiamo approfittato per raggiungere telefonicamente il commissario tecnico della nazionale Juniores Dino Salvoldi, che, dopo aver guidato per tanti anni il movimento femminile, è stato chiamato a portare nuovo vigore al settore strada e pista dei più giovani. Salvoldi è un tecnico di grande esperienza che nella sua carriera da tecnico ha vinto più di 100 medaglie, l’ultima ai Mondiali con Lorenzo Finn, riportando in Italia un successo che mancava dal 2007 quando fu Diego Ulissi a vincere la maglia iridata tra gli Juniores, centrando la doppietta nel 2006 e 2007.
Lorenzo Finn ha riportato un oro all’Italia ai Mondiali juniores dopo 17 anni. Quanto è stato gratificante per te che hai preso in mano questo settore 3 anni fa?
“Tre anni fa era uno degli obiettivi – tra gli altri – che avevamo individuato da raggiungere. Tre anni volano in una categoria in cui i ragazzi cambiano rapidamente ed è più difficile costruire ma la soddisfazione è grandissima”.
Cosa è cambiato in questi tre anni?
“Ci devono essere ancora tanti cambiamenti soprattutto a livello di regole e calendario gare di categoria. Con il mio arrivo sono state unite strada e pista e questo per me è molto funzionale per la categoria, soprattutto per avere maggior continuità di lavoro e reclutamento degli atleti. In questi anni abbiamo cercato di essere il più presenti possibile sul territorio per conoscere tante realtà e cercare di fare un lavoro più continuativo, senza focalizzarci solo in prossimità degli eventi”.
Lorenzo Finn è uno scalatore che va forte anche a cronometro. E’ il corridore che aspettavamo?
“E’ un ciclismo molto rapido, mi piacerebbe pensare che Lorenzo possa essere il corridore del futuro, ma è ancora molto giovane e ha bisogno di fare tanta esperienza. Lorenzo ha una grande passione per quello che fa e ha indubbiamente delle grandi qualità. Vedremo con il tempo come crescerà”.
Secondo te Finn farebbe bene a fare una sola stagione da U23 e poi passare professionista?
“La scelta migliore sarebbe quella di passare in un vivaio e quindi in una squadra di sviluppo delle World Tour, per correre tra gli Under23, ma allo stesso tempo fare qualche esperienza tra i grandi”.
Finn a parte, hai individuato qualche altro giovane che potrebbe dire la sua in futuro in montagna e nelle corse a tappe?
“Senza prendere come termine di paragone Finn, tra gli Junior ci sono dei ragazzi che hanno della qualità in salita come Roberto Capello, Giacomo Rosato e Mattia Proietti. L’anno prossimo con loro mi piacerebbe fare un programma di gare più internazionale”.
Per quanto riguarda invece corse di un giorno e volate, come siamo messi? Hai qualche nome da segnalarci?
“Alessio Magagnotti ha un grande talento, ma anche con lui vorrei fare un calendario più internazionale”.
A livello juniores e U23 sono arrivate tante medaglie su pista tra Europei e Mondiali. Chi sono i giovani più interessanti? Per Los Angeles 2028 serve un ricambio: saranno pronti?
“In questi tre anni, a parte i risultati che aiutano a qualificare un atleta, sono passati diversi profili interessati. Bisognerà avere il coraggio di farli correre e di fargli fare più esperienza. Il livello dei ragazzi che ha corso quest’anno è davvero altissimo e quindi la possibilità di avere un ricambio è necessità di tutti”.
Sei soddisfatto di questa stagione?
“E’ chiaro che come tecnico si vuole sempre di più, ma sono molto soddisfatto sia per quanto fatto su strada che su pista. In ogni risultato c’è dietro un percorso studiato e condiviso con ogni atleta, e quindi sono stati espressione di un lavoro che c’è stato dietro e non frutto del caso”.