Berrettini va avanti di un set, poi Rune esce alla distanza: finisce il cammino a Shanghai
Dopo due giorni di attesa, per Matteo Berrettini non arriva il colpo di mano al Masters 1000 di Shanghai. Il danese Holger Rune rimonta di nuovo il romano, come già a Cincinnati, e s’impone per 4-6 6-4 6-3 al termine di un match anche abbastanza rapido, chiuso in appena meno di due ore. Per il vincitore ora una sfida tutta giovane con il ceco Jiri Lehecka.
Nel primo set di brividi ce ne sono relativamente pochi, anche perché i due, al servizio, tendono a lasciare decisamente poco margine. Fino al 4-4, del resto, si contano appena quattro punti persi alla battuta da Berrettini e due da Rune. Improvvisamente il danese si disunisce completamente, va sotto 15-40, trova una gran seconda e una prima al centro, ma finisce per farsi il break da solo. Matteo ringrazia ed è 6-4 nel giro di poco tempo.
Nel secondo parziale, se possibile, i brividi sono ancora minori rispetto a quello d’apertura. Per nove giochi il massimo che succede a entrambi è che possa essere ceduto un unico punto al servizio, ma non di più. Conseguenza: game velocissimi e situazione che sembra destinata ad avere un solo significato: tie-break. E invece no: Rune alza di parecchio il livello nel decimo gioco, spinge tanto di dritto e si prende il break a 15 che funge da restituzione del 6-4.
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Il danese, a questo punto, comincia davvero a diventare un serio pericolo per il capitolino, che inizia ad avere più problemi al servizio: una palla dello 0-1 salvata nel primo game e ancora ai vantaggi sul 2-2. Non ci sono reali momenti in cui l’inerzia sembra cambiare, ed è Rune che, chiedendo aiuto con successo al suo dritto, riesce a ottenere alla fine il break del 5-3, quello che poi lo porta a chiudere sul 6-3 a 30.
Una delle chiavi che portano Rune alla vittoria è anche l’aumento degli errori gratuiti di Berrettini nel secondo e terzo set (diventano 31 alla fine, contro 29 vincenti); per il danese rapporto 30-19 in positivo. Per il romano adesso la programmazione prevede Stoccolma, Vienna e, con un pizzico di fortuna che dovrebbe arrivare, Parigi-Bercy.