MotoGP, Noriyuki Haga a Motegi dopo la morte in pista del figlio Ryota. L’abbraccio da parte di Davide Brivio e Aprilia
“Provate a fare il nome di Noriyuki Haga in qualsiasi raduno di motociclisti e vedrete subito espressioni sognanti ed estasiate, come se aveste nominato una Divinità pagana. Nessun giapponese ha conquistato il cuore della gente come lui, capace di battute fulminanti e atteggiamenti da attore nato. Rompeva lo schema del pilota nipponico, tradizionalmente educato e compassato. Velocissimo, spavaldo, combattente fino al contatto fisico. Haga è stato una vera rockstar del Mondiale Superbike”.
Parole e musica di Giovanni Di Pillo nel descrivere, appunto, Noriyuki Haga. Probabilmente, assieme ad Aaron Slight, il pilota più forte ad aver frequentato la Superbike senza essere mai riuscito a mettere il numero 1 sul cupolino. Praticamente per un decennio sempre lì a lottare per l’Iride, senza tuttavia essere in grado di conseguire il successo pieno. In particolare, l’esito della stagione 2009 grida vendetta (una banale caduta a Portimao, nella gara-1 dell’ultimo round, servì di fatto il titolo a Ben Spies su un piatto d’argento).
Giapponese, sì, ma anomalo. Per anni, Nori ha vissuto in Italia. Ha guadagnato anche una certa notorietà tra il pubblico generalista per una battuta fatta al microfono di chi lo stava intervistando ai box, relativamente al modo di prepararsi in vista delle gare. Per chi non la conoscesse, è sufficiente digitare su google “Allenamento Haga” per reperire il video. Insomma, un personaggio prima ancora di essere un centauro. Un uomo che, però, è stato vittima di una terrificante tragedia personale.
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Infatti, domenica 8 settembre, Noriyuki ha dovuto affrontare l’atroce lutto rappresentato dalla morte di un figlio. Ryota Haga è deceduto in un incidente verificatosi nell’autodromo di Autopolis, durante una gara del campionato Supersport nipponico. Aveva seguito le orme del padre, diventando a sua volta un pilota, ma il destino lo ha strappato a questa esistenza pochi giorni dopo il suo 21° compleanno, festeggiato il 25 agosto.
Ebbene, tutta la famiglia Haga – compresi Akito, fratello maggiore di Ryota, e la compagna di quest’ultimo – si è presentata a Motegi, in occasione del Gran Premio di MotoGP. “Ci siamo ri-trasferiti in Giappone, lasciando l’Italia, nel 2020. Da allora, Davide Brivio ci ha sempre invitati. Ryota era il primo a voler venire, quindi abbiamo deciso di presentarci anche quest’anno. Ho incontrato tanti vecchi amici e li ringrazio per avermi abbracciato”.
Davide Brivio, attualmente team manager del Team Trackhouse, ha un forte rapporto professionale e umano con Noriyuki. Difatti, le Aprilia di Raul Fernandez e Lorenzo Salvadori hanno corso con l’adesivo “Ryota – Forever in our hearts”.
Per citare nuovamente Giovanni di Pillo, “Proprio il tributo della gente resta il vero titolo di Haga, anche se il suo nome non compare nell’albo d’oro dei campioni della SBK”. Un titolo sul piano umano, che non conterà nulla a livello sportivo, ma è inestimabile, come testimoniato dalle dimostrazioni di affetto ricevute a Motegi.