Wimbledon, cambia tutto! Dal 2025 niente più giudici di linea e finali spostate di due ore
Dalla prossima edizione di Wimbledon, quella che andrà dal 30 giugno al 13 luglio 2025, ci saranno tanti elementi della storia dei Championships che cambieranno. Da una parte l’evoluzione della tecnologia, dall’altra una decisione che farà senz’altro discutere su larga scala in virtù dell’impatto che ha a livello di programmazione.
Innanzitutto, la tecnologia. Dal 2025, in buona sostanza, non ci saranno più i giudici di linea. Figure sostanzialmente mitiche, perfettamente riconoscibili per la cura messa negli abiti messi a disposizione dal club, erano diventati, e rimarranno, una parte iconica di Wimbledon. Dal prossimo anno, però, interverrà la Live Electronic Line Calling, che sarà presente sia per i match dei tabelloni principali che per quelli delle qualificazioni, che si giocano a Roehampton. Una situazione del genere era sostanzialmente inevitabile, perché tutto il tennis sta virando nella direzione dei controlli automatici senza bisogno di chiamate dei giudici di linea. E, a questo punto, Wimbledon non poteva di certo restare indietro.
Il secondo grande cambiamento riguarda la programmazione delle giornate finali dei Championships. In particolare, si parla proprio delle finali, che subiscono un cambiamento di orario importante. Sia l’ultimo atto femminile che quello maschile, infatti, si giocheranno dalle ore 17:00 italiane (le 16:00 in terra britannica), e non più alle 15:00 come fino alla scorsa stagione e per una larga parte della storia moderna di Wimbledon. Per moderna s’intende, in pratica, dal 1982 in avanti, cioè da quando la finale ha iniziato a tenersi alla domenica e non più al sabato (ai tempi si giocava in quel giorno perché la domenica era consacrata al riposo). In tutto questo, le finali di doppio si svolgeranno prima di quelle di singolare: quella maschile al sabato alle 14:00, quella femminile alla domenica alla stessa ora. Quella del misto rimane al giovedì a seguire le semifinali di singolare femminile (14:30, stesso orario delle semifinali maschili al venerdì).
Anche la presidente dell’All England Club Sally Bolton sottolinea quello che forse è il vero motivo per cui è stata effettuata questa modifica: “I doppisti che giocheranno le finali avranno maggiore certezza sulla propria programmazione e i tifosi godranno di ogni giorno di gara nel crescendo che porterà alle finali di singolare maschile e femminile. I loro campioni saranno incoronati di fronte alla più larga platea mondiale possibile“.
Dal momento che la platea del Centre Court, bene o male, può arrivare ad oggi fino a 14.979 posti a sedere, è chiaro come Sally Bolton si riferisca al pubblico televisivo di una larga fetta del mondo. In buona sostanza, le 16:00 di Londra, oltre che alle 17:00 italiane (e ovviamente di Parigi), corrispondono alle 11:00 del fuso orario di New York, alle 8:00 di quello di Los Angeles e alle 7:00 di quello di Melbourne, per restare sulle città legate ai quattro Slam. In Europa una finale femminile può arrivare molto vicina alla prima serata in caso di lunghezza non di poco conto, mentre una finale maschile potrebbe allungarsi ancora di più per due motivi: un eventuale quinto set e soprattutto, in casi estremi, la necessità di chiudere il tetto, con tutti i tempi necessari per un protocollo in vigore da ormai 15 anni. Alla sera la platea televisiva diventa più ampia, ed è chiaro in questo caso l’intento finale dichiarato da Bolton. Rimane una questione legata ai giocatori, a cui certo non piacerà il momento in cui le ombre del Centre Court cominceranno a dare (molto) fastidio tagliando il campo in una maniera molto particolare.
Il cambiamento con l’inversione delle finali di doppio e singolare, inoltre, è reso possibile anche da un’altra situazione: fino al 2022, infatti, anche il doppio maschile si giocava al meglio dei cinque set. Dal 2023 è stato portato a due su tre, come negli altri Slam.