Biathlon. L’Italia riparte da Hochfilzen senza lode e senza infamia, in attesa di tappe più soddisfacenti
L’Italia del biathlon archivia un weekend di Hochilzen privo di particolari acuti, ma con una serie di risultati da non disdegnare. Ha fatto meglio il settore maschile, dove Tommaso Giacomel si è espresso al suo livello, che è quello di un atleta capace di attestarsi costantemente tra sesto e quindicesimo posto a seconda delle circostanze. Va giudicata con favore anche la performance di Lukas Hofer, due volte nei primi venti.
Altalenante Didier Bionaz, il quale ha fatto mezzo passo indietro rispetto a Kontiolahti, restando comunque all’interno della propria abituale forchetta di rendimento. Per quanto riguarda le seconde linee, Daniele Cappellari fa quello che può, mentre Elia Zeni ha fornito un segnale di vita nella staffetta dopo aver vissuto una serie di gare molto difficili.
L’ambito femminile, ancora orfano di Lisa Vittozzi, ha visto Dorothea Wierer pagare dazio a causa dell’imprecisione nei poligoni in piedi. La veterana altoatesina ha però mostrato una crescita di competitività sugli sci, il che presuppone come possa essere da corsa per salire sul podio già questa settimana nella tre-giorni di Le Grand Bornand.
Notevole la prova di Hannah Auchentaller nella sprint, mentre Michela Carrara e Samuela Comola hanno bivaccato nel loro habitat naturale, ovverosia la zona di classifica che va dal 25° al 40° posto. Infine, le sorelle Trabucchi – promosse dall’Ibu Cup per riempire gli spazi lasciati dalla già citata Vittozzi e da Rebecca Passler, ferme ai box – hanno centrato l’obiettivo minimo della qualificazione all’inseguimento.
Le staffette hanno oggettivamente lasciato a desiderare, ma le donne hanno gareggiato in formazione ampiamente rimaneggiata e – soprattutto – le prove a squadre al di fuori delle manifestazioni con medaglie in palio lasciano il tempo che trovano. Qualsiasi controprestazione può quindi essere assimilata in maniera indolore.
Ricapitolando, il bilancio di Hochfilzen può essere considerato discreto. Niente di eccezionale, sia chiaro. Anche il concetto di “buono” è lontano, ma di sicuro non si parla di una tappa deficitaria o negativa. Round complessivamente senza lode, ma comunque senza infamia, in attesa di appuntamenti più soddisfacenti.