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Come Jannik Sinner risponde alle provocazioni di Nick Kyrgios: indifferenza e allenamenti a Dubai

La miglior arma è l’indifferenza. È evidente che Nick Kyrgios abbia già da un po’ oltrepassato la parvenza di “goliardia” nelle sue affermazioni contro Jannik Sinner. Le continue considerazioni sui social del tennista australiano, in merito al caso di positività al Clostebol del giocatore italiano, sono ormai talmente ripetitive da non fare più notizia.

Un modo per tenere alta sempre l’attenzione su quello che dirà o farà l’aussie, che ha annunciato il suo ritorno in campo agli Australian Open 2025, pronto a incrociare Sinner sul campo, in modo da poter in qualche modo aizzare la folla contro il nemico. Un modo di comunicare altamente discutibile, adatto però ai canoni di una comunicazione da bar virtuale dove si fa un po’ a gara a chi la spara più grossa, pur di avere accese le luci sul proprio “Io”.

E come risponde “l’accusato” alle continue provocazioni del nativo di Canberra? Nell’indifferenza più totale. Lo aveva già detto Sinner ai colleghi stranieri in conferenza stampa agli US Open che cosa pensasse di quanto scritto da Kyrgios: “Ognuno può pensare quello che crede. Per quanto mi riguarda, so cosa ho fatto e se ho cose da dire mi presento dal diretto interessato e ne parlo direttamente“, aveva dichiarato dell’altoatesino in quella sede.

In altre parole, il giochino da “flammer” di Kyrgios funziona più sui tifosi del pusterese, che sull’azzurro. Jannik infatti, al di là di quell’intervento a New York, non ha più dato la minima attenzione alle parole usate dall’aussie, concentrandosi esclusivamente sulle questioni di campo. Da più di una settimana, il n.1 ATP è a lavoro a Dubai, preparandosi in vista degli Australian Open.

Tanta attenzione ai dettagli e lavoro sulle variazioni e il servizio. Chissà, se il classe 2001 del Bel Paese non si “nutra” anche di tutte queste chiacchiere per avere più motivazioni e dimostrare di essere il riferimento. Certo, la questione “Clostebol” ancora in ballo non aiuta e le recenti esternazioni del direttore generale della WADA, Olivier Niggli, hanno chiarito ulteriormente il punto di vista dell’Agenzia mondiale antidoping. Tanti nemici, tanto onore? Lo scopriremo…




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