Olimpiadi, la proposta di Morinari Watanabe: Giochi in contemporanea nei cinque continenti
Il 2025, ormai alle porte, sarà un anno importantissimo per lo sport mondiale. Dal 18 al 21 marzo si svolgeranno infatti le nuove elezioni per la Presidenza del CIO che, ricordiamo, sarà orfana di Thomas Bach, il quale ha annunciato la sua decisione di lasciare la carica a scadenza del secondo mandato durante le Olimpiadi di Parigi 2024.
Sono in sette in corsa per raccogliere l’eredità del tedesco, sei uomini e una donna. Stiamo parlando di Prince Feisal Al Hussein (Presidente del Comitato Olimpico Giordano), David Lappartient (Presidente dell’UCI e Presidente del Comitato Olimpico Francese), Johan Eliasch (Presidente della FIS), Juan Antonio Samaranch (Vice Presidente di Pentathlon moderno, Vice Presidente IOC, CEO di GBS Finance), Kirsty Coventry (Ministro dello sport dello Zimbabwe), Sebastian Coe (Presidente di World Athlestics) e Morinari Watanabe (Presidente dell’IGF).
Nelle ultime ore non sono passate inosservate le proposte, certamente non banali, avanzate dal candidato Watanabe. L’attuale capo della Federazione Internazionale di ginnastica vorrebbe infatti introdurre, se eletto, una novità dai contorni epocali, ovvero una sorta di “Olimpiade globale” da tenersi in contemporanea in cinque continenti.
Secondo il nipponico, i Giochi sono diventati troppo grandi ed “economicamente difficili da ospitare nelle maggior parte delle città”. Per l’asiatico il modello tuttora in uso è quindi obsoleto, in quanto ideato in un’epoca in cui i mezzi di trasporto erano limitati e non c’era alcuna cultura tecnologica.
Per Watanabe la soluzione di massima per ovviare i tanti problemi emersi durante le ultime edizioni dei Giochi (Parigi compresa) sarebbe dunque quella di distribuire dieci sport per ogni continente, da selezionare in base ad una serie di vantaggi per gli atleti e per l’organizzazione stessa. L’idea, da quanto precisa il “manifesto” rilasciato dal Presidente stesso, può essere replicata anche per le Olimpiadi invernali. Il progetto, ambizioso quanto divisivo, è destinato a far discutere.