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Max Perathoner: “Ho i geni di una famiglia di sciatori. Nella velocità serve esperienza, sogno le Olimpiadi”

Max Perathoner sta facendo le sue prime esperienze in Coppa del Mondo: dopo il titolo al Mondiale juniores di Chatel dello scorso anno in superG, già alle finali di Saalbach aveva esordito nel circuito maggiore e in Val Gardena ha potuto correre in superG e fare due prove di discesa.

Il classe 2003 delle Fiamme Gialle in Coppa Europa ha già ottenuto un secondo posto in questo inizio di stagione in discesa a Santa Caterina e l’abbiamo sentito ai nostri microfoni per fare un’analisi del suo momento e del suo futuro, a partire dall’esperienza fatta sulla Saslong: “Mi ha portato tanta positività e gratitudine“.

Secondo te per un giovane la Coppa Europa è ancora imprescindibile o sarebbe meglio fare direttamente esperienza in Coppa del Mondo?
Secondo me la Coppa Europa serve, specie per fare i primi passi. All’inizio, per andare subito sulle piste di Coppa del Mondo, almeno nelle discipline veloci, faresti il passo più lungo della gamba. Dopo un po’ c’è bisogno di fare esperienza sulle piste di Coppa del Mondo, mantenendo sempre la Coppa Europa. Poi fare definitivamente il passo in Coppa del Mondo“.

Per te ed altri giovani che si affacciano in Coppa del Mondo, c’è l’ansia di dover subito dimostrare qualcosa per vedersi confermare il posto?
Per quanto mi riguarda, in questo momento no. Per gli altri non saprei, ma credo di no. C’è da fare tanta esperienza, godersi ogni minuto e discesa. Poi nel futuro, quando si è un po’ più esperti, è fondamentale riuscire a far bene e vincere le gare“.

In superG ti sei laureato campione del mondo juniores. È la tua specialità preferita?
Direi che le mie due specialità preferite sono il superG e il gigante. Dopo l’anno scorso il superG un po’ di più proprio perché mi son laureato campione del mondo juniores“.

Qual è il tuo punto di forza e quale quello debole?
Ti direi la forza fisica. Il fatto di riuscire a dare sempre il massimo. Come punto debole al momento ancora l’inesperienza. La gioventù, che può essere un punto di forza o debole. Però per il momento è un punto debole per me“.

Perché nella velocità si emerge sempre più intorno ai 30 anni? Poi ci sono le eccezioni come Von Allmen…
Le eccezioni ci sono sempre. Però si emerge intorno ai 27-30 anni in velocità perché serve tanta esperienza. C’è bisogno di conoscere le piste e prendere confidenza in determinati contesti, per poi potersi spingere al massimo e superare anche forse i limiti che credevi di avere. C’è bisogno anche di più passaggi su certe piste rispetto allo slalom ed al gigante. Quindi l’età media dei vincitori è molto più alta in discesa e superG rispetto al gigante e lo slalom proprio per questo motivo“.

La tua è una famiglia di sportivi: raccontaci le tue radici.

Mio papà è Alan Perathoner e mia madre, anche lei ex sciatrice di Coppa del Mondo, Ylvie Runggaldier. I geni sono quelli giusti. Entrambi i miei genitori hanno partecipato a gare di Coppa del Mondo. Entrambi sciano. Mio padre è istruttore nazionale. Sono cresciuto con gli sci ai piedi, dato che vivo anche vicino alle piste. Subito a due anni, forse un po’ meno, ho messo per la prima volta gli sci. Con loro ho poi iniziato a sciare“.

Che obiettivo ti sei prefissato per la stagione in corso?

Sicuramente di fare podi in Coppa Europa, anche vittorie se possibile. Voglio crearmi le opportunità per partecipare a delle gare di Coppa del Mondo, come è successo adesso con il mio podio in Coppa Europa a Santa Caterina: mi sono creato l’opportunità per poter partecipare in Val Gardena alla gara di Coppa del Mondo. Adesso andremo a Bormio, e ci sarà un’altra possibilità di qualificarsi ad un’altra gara. Se va bene, benissimo. Se va male, c’è da lavorare e fare tanta esperienza“.

Milano Cortina 2026 è puramente un sogno o un obiettivo concreto?

Per me è più un sogno, però non si sa mai. Se va tutto bene siamo contentissimi, però al momento il focus non è su Milano Cortina. Il focus è fare delle belle esperienze in Coppa del Mondo e fare bene in Coppa Europa. Cerco progressivamente di crescere per arrivare nei prossimi anni a performare, e speriamo anche vincere, in Coppa del Mondo“.

Quale sogno vorresti realizzare nella tua carriera?

“Sarebbe partecipare e poi vincere le Olimpiadi. Mio papà ha partecipato alle Olimpiadi, e da quando sono piccolo penso alle Olimpiadi come mio sogno nel cassetto. Vincerle sarebbe il top“.




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